Con un pò di ritardo e qualche litigio tra gli spettatori inizia la lectio magistralis del noto Philippe Daverio sulla creatività. Perchè e come nasce? Chi è il creativo?
Daverio, superbo conoscitore di tutte le arti e divulgatore eccezionale, ha inventato un nuovo linguaggio artistico. Inizia la sua lezione parlando del meccanismo della creatività, che “consente di correre in direzioni inattese”, tramite lo spostamento del punto di vista. I testi teorici sulla creatività in realtà sono pochi: un esempio ne sono i testi sofistici, inventori di nuovi parametri, dove la conclusione consiste nella premessa (vedi sillogismo), e dove spesso la domanda viene posta in chiave maieutica. Diversi secoli dopo, negli anni ’20 del 1900, Arthur Koestler, famoso filosofo ungherese, scrive un’opera sull’analisi della creatività, che viene divisa in commedia, scienza e arte: pone le primederivanti dalla terza, in quanto nella rottura dell’aspettativa avviene la comicità, e di conseguenza, si dà vita al processo creativo.
Colui che riesce a rompere tali schemi, a usare categorie inattese rispetto a quelle usuali, può essere definito artista. Tale esercizio di creatività si raggiunge quindi attraverso lo spostamento di punti di vista, come avviene nel polilinguismo: passando da una cultura all’altra, Daverio ci fa notare come quegli oggetti che per noi sono naturalmente di genere maschile, possono risultare del genere opposto in un diverso idioma ( un esempio è la parola il sole, in italiano, maschile e in tedesco, Sonne, femminile).
In conclusione, il professor Daverio definisce la nostra cultura non ancora moderna: finchè questo spostamento del punto di vista non avverrà, non potrà essere definita tale.
Irene Camerani e Silvia Garuti
Liceo Classico Ludovico Ariosto, Ferrara
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