Hamid Grine è uno scrittore algerino molto noto nel suo paese d’origine, all’inizio come giornalista sportivo poiché la forte censura gli impediva di esprimere le proprie idee in altri modi e iniziò a scrivere romanzi nel 2006; “Camus nel narghilè” è il sesto.
Oggi l’autore ha presentato il suo ultimo libro, un romanzo ricco d’ironia che poggia su due pilastri: i personaggi e la trama. I protagonisti del racconto sono fondamentalmente di natura buona e non di meno lo sono le donne che non rivestono solo il ruolo di mogli, ma anche di “mamme” dei propri coniugi.
Nabil, protagonista del racconto, durante il funerale di suo padre, scopre di essere figlio di Albert Camus. È proprio su di lui che si è incentrata gran parte della presentazione, oggetto quasi di venerazione di Grine.
L’autore ha scelto Camus per il suo grande amore per l’Algeria e per la complessità che lo caratterizza.
Ilaria Rossin, Francesco Tessari
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