Nell’Arena Bookstock Lorenzo Fazio, editore di Chiarelettere, intervistato da Andrea Bajani, ha aperto e sviscerato il neologismo “disfuturi”, ideato dagli studenti delle scuole superiori di Torino per il progetto Vocabolario Allargato.

La conferenza – Arena BookStock

Con questi nuovi termini si può fare un ritratto dell’Italia stessa: infatti con l’aggettivo disfuturi i ragazzi volevano descriversi, definendosi persone senza aspettative o speranze per il futuro, visto come incerto ed oscuro.

 

Lorenzo Fazio riesce però comunque a vedere un lato positivo: “Sì, questa parola può non per forza avere un significato negativo; il culmine raggiunto, questa rottura, deve essere una spinta. Da una spaccatura può nascere qualcosa di nuovo e forse migliore. Siamo in mezzo a tanti tempi, fermi o in movimento, ed è quindi difficile capire come comportarsi e come il futuro sarà progettato. Le parole al singolare mi incutono un certo timore, mi danno l’idea di un concetto terribilmente assoluto, mentre al plurale divengono più accettabili e relative: pensiamo a disfuturi, non al disfuturo.”

Lorenzo Fazio, in accordo con Andrea Bajani, afferma che la buona letteratura deve smontare gli stereotipi e portare il lettore da un’altra parte, ma che “forse molta gente compra determinati libri per continuare a leggere ciò che già sa”. La casa editrice Chiarelettere recupera libri del passato, li riadatta e propone quindi un sorta di “ginnastica” tra i tempi, per accorciare le distanze e condurre a dei cambiamenti. Talvolta non si è pronti a leggere certi libri, che celano verità inaspettate (Alkamar, di Giuseppe Gullotta).

Infine si dice che da sempre tutti i giovani sono stati insicuri a proposito del proprio futuro e che questa non è una questione nuova. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla negatività e dalla staticità che ci circondano e provare a mettersi in gioco ugualmente.

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Maria Fresta, Liceo classico Vittorio Alfieri Torino