Oggi nello Spazio Cile al Salone del Libro si è tenuta una conferenza che ha avuto come protagonisti due brillanti e famosi scrittori cileni, Arturo Fontaine e Roberto Anpuero, i quali  hanno fornito un’immagine della letteratura secondo le loro opinioni e presentato i loro ultimi libri.

La nuova letteratura cilena è nata nel 1990 in seguito alla restaurazione della democrazia e all’eliminazione della censura.

Entrambi gli scrittori hanno voluto precisare cosa li ha spinti a scrivere e il messaggio che volevano trasmette ai lettori. Nei romanzi di Fontaine hanno una presenza fondamentale i temi del tradimento e della tortura; la sua metodologia di lavoro è alquanto singolare, poiché egli non si immagina precedentemente la trama, ma “pensa con le dita”, ovvero scrive quello che ha in mente e di conseguenza conosce la storia, ed è così che la trama viene da sè durante la composizione. Ampuero invece cerca di raccontare il Cile dal punto di vista di un latino americano che vive tra Svezia e Stati Uniti, in quanto esiliato durante la  dittatura e vittima di un secondo esilio (questa volta volontario) in quanto non si riconosceva più nel suo paese. I due hanno analizzato la figura della scrittore, il quale viene descritto come un ladro, poiché si appropria delle storie altrui e le utilizza per i propri racconti. Due figure estremamente importanti per la letteratura cilena, scrittori di grande talento, le cui storie valgono la pena di essere lette.

 

Carlotta Anguilano e Francesco Tessari

Redazione Liceo Alfieri