Oggi giovedì 19, al Pordenonelegge, si è tenuto l’incontro “Scrivere Di Cinema”  presso l’Auditorium istituto Vendramini. E’ cominciato con un dialogo tra Daniele Vicari, regista di molti film e Mauro Gervasini che hanno affrontato il tanto discusso tema: che cosa fanno i giovani che scrivono e vogliono fare cinema? Come è possibile fare diventare il cinema un vero e proprio mestiere?

L’incontro si è aperto con la descrizione da parte di Vicari, della scuola provinciale d’arte cinematografica “Gian Maria Volontè” di cui è direttore. Una scuola pubblica e gratuita che, nonostante una rigorosa selezione, consente a tutti di potervi accedere. I 75 allievi possono frequentare varie discipline, tra cui sceneggiatura, montaggio, costumi, scenografia, fotografia e arti sonore.  Ciò che è degno di nota, è che le persone scelte come professori, sono personalità di spicco che operano tutt’ora nel campo cinematografico, tra cui anche Massimo Gaudioso. Questa collaborazione permette agli studenti di essere portati a lavorare con i professori all’interno di veri e propri set.  Vicari sottolinea inoltre, che contrariamente a quel che si crede, l’offerta di lavoro è alta, poiché c’è un continuo ricambio generazionale e i posto sono più di 200.000 in tutta Italia.

Successivamente Daniele Vicari, intervistato da Mauro Gervasini, ha descritto il suo modo di operare portando ad esempio alcuni suoi film.  Per esempio con “Diaz”, ha svolto un lavoro molto complesso, a causa delle scene di massa e dei molti attori stranieri. Il fatto che fosse finanziato da un produttore romeno ha permesso di diminuire i costi e di girare il film il 11 settimane, sebbene ne fossero necessarie 15. Per tutti questi motivi “Diaz” risulta un bel film d’azione e non solo un film di denuncia.

Secondo Vicari la parte fondamentale di un film è la storia, infatti lo spettatore deve emozionarsi per essa e fare un’esperienza unica. Questi dev’essere talmente coinvolto dalla storia da non essere distratto dalla componente artistica.

La narrazione in un film è dentro ciascun momento di esso e la sceneggiatura non può essere di ferro. E’ uno strumento che piano piano viene superato nella lavorazione. Attenersi scrupolosamente a una sceneggiatura mette al sicuro da sbandamenti, ma limita la narrazione.

L’incontro si è concluso con la premiazione dell’ undicesima edizione del concorso “Scrivere di Cinema, premio Alberto Farassino”.

I vincitori erano divisi in due gruppi: Young adult e Under 25. Il vincitore della prima categoria, Alessandro Di Filippo, da Siano, grazie alla sua recensione del film “Nella Casa” ha vinto un ipad. I 5 vincitori della seconda categoria, invece, hanno vinto la possibilità di poter partecipare come redazione, al Festival del cinema di Roma.

Camilla Brumat

Arianna Rizzi