Al cinema Apollo, in una sala gremita di giovani, si discute del destino del Venezuela, recentemente uscito da un governo Chavez durato 14 anni. Modera la discussione Cecilia Rinaldini, di RadioRai, ed intervengono Boris Munoz, giornalista venezuelano, Maye Primera, di El Pais, ed infine Maria Teresa Ronderos, colombiana di Semana. Dopo le elezioni di aprile, nelle quali Nicolas Maduro ha ottenuto una vittoria di stretta misura e un altro test elettorale lo attende a dicembre, per le amministrative, il Venezuela risulta spaccato in due, con una grossa erosione di consensi per il partito chavista. Nel contesto la crisi politico-sociale domina, l’inflazione grava sulla popolazione, toccando picchi anche del 46% e risulta difficile reperire beni di prima necessità quali carta igienica, farina e zucchero. A questo consegue un grave aumento del mercato nero. Da un lato, il 90% delle entrate del paese proviene dal petrolio, tuttavia i proventi vengono utilizzati per risarcire il debito ingentissimo con la Cina e per mantenere gli accordi con i paesi caraibici; dall’altro l’80% dei prodotti consumati sono importati. Il dibattito si sposta sulla questione colombiana, ugualmente spezzata dalla guerra civile che vede contrapposto lo stato ai guerriglieri delle FARQ. Viene a porsi un problema, ovvero che le nuove generazioni risultano divise, spaccate esattamente a metà: la parte rurale dello stato è imperversato dalle sofferenze e dalla crisi; la città invece vive in una perfetta pace. Nonostante Maduro non abbia il carisma che invece aveva Chavez e sia portato all’obbedienza e non abbia la forza per gestire il caos, vengono individuate possibilità di rinascita per il Venezuela: la militarizzazione totale del paese che in parte è già stata avviata, una logorazione del partito chavista e la conseguente entrata in politica dell’opposizione, la sostituzione dello stesso leader. Numerose sono le domande dal parte del pubblico ad indicare la sensibilità per la realtà dell’America latina.

 

Margherita Dondi (Ariosto), Marina Maina (Alfieri)