Ieri presso il cinema Apollo si è tenuta una conferenza con il presidente del Senato Pietro Grasso il quale era intervistato da un giornalista del Die Tageszeitung, uno de The New York Times, uno del Financial times.
Partendo da un pensiero diretto a coloro che hanno perso la vita nell’ultimo tentativo di sbarco a Lampedusa, l’ex magistrato ha dato inizio a un’analisi dei principali problemi italiani.
I giornalisti erano curiosi di sapere per quale motivo fosse tanto difficile fare in Italia una vera e propria riforma della giustizia; secondo Grasso il vero problema è che la giustizia italiana è estremamente lenta, in Italia infatti un processo può durare anni e anni cosa che negli altri stati non accade. Ma perché la giustizia italiana è così lenta?
Una delle cause principali è la notifica degli atti giudiziari, gli atti infatti possono essere portati nelle abitazioni private prima di essere consegnate e se vengono sbagliati devono essere annullate e ciò significa ricominciare da capo il processo. Spesso purtroppo ciò avviene di proposito e si collega ad un grande e grave problema italiano, la criminalità.
Un alto tema molto importante di cui si è parlato durante l’intervista è stato quello sul rapporto tra alcune regioni del sud d’Italia e la mafia e in particolare dei politici indagati perché corrotti dalle famiglie mafiose. Grasso durante la sua carriera come magistrato si è occupato molto delle regioni italiane come Sicilia, Puglia e Campania e ha detto che l’unica via d’uscita da questo preoccupante problema è continuare ad indagare.
Ultimo argomento da lui trattato è stato quello riguardante i partiti politici italiani e più specificatamente perché gli italiani non si sentono più pienamente appagati da loro.
Secondo Grasso ora come ora per far sì che i cittadini si immedesimino nuovamente in un rappresentante di un partito bisogna cambiare le basi, bisogna lavorare all’interno per poi cambiare qualcosa all’esterno. Senza base non si arriva da nessuna parte.

Lara Isaia, liceo Alfieri di Torino