Incontro all’Itis Carlo Levi con Di Nicola e Musumeci: i due scrittori che raccontano dei diabolici Mosè dei giorni nostri
Vi siete mai chiesti cosa si cela dietro l’arrivo delle decine di migliaia di migranti, che ogni anno cercano di raggiungere l’Europa? Sinceramente non mi è mai capitato di pormi questa domanda. I mass media raccontano esclusivamente ed in modo superficiale le dinamiche tragiche di queste vicende. Raccontano di viaggi della speranza con un tragico esito, delle coste di Lampedusa prese d’assalto da ondate di profughi e di un’Unione Europea poco solidale al nostro Paese. Ma che cosa si cela dietro a questi viaggi della speranza?
Per un po’ di tempo, imbrigliato nella mia totale ignoranza in materia e limitato dalla poca voglia di informarmi, mi sono immaginato come si svolgessero questi viaggi. Ho pensato che un giorno qualunque un paio di centinaia di migranti decidessero di partire allo sbaraglio, senza essere coordinati da nessuno e con mezzi trovati per caso. E vi dico tutto ciò senza vergogna, perchè ritengo che molti altri italiani, condizionati da un’ignoranza simile alla mia potrebbero arrivare a pensare uno scenario così semplice e banale come quello che mi forniva l’immaginazione.
Poco più di un mese fa però è arrivata la svolta. Tra le mani mi è capitato un saggio di Andrea Di Nicola e Giampaolo Musumeci “Confessioni di un trafficante di uomini”, rispettivamente criminologo e giornalista, che mi è stato fornito dal mio istituto. Si avete capito bene. È un saggio. Personalmente ne avevo letto soltanto uno in vita mia e non mi era assolutamente piaciuto leggerlo. Preferisco libri che raccontano delle storie. Sorprendentemente però questo saggio di storie ne racconta, ed anche tante, in modo estremamente dettagliato. Narra di un mondo che nessuno ha avuto voglia di raccontare: quello delle organizzazioni criminali che organizzano questi viaggi. Un sistema oscuro assolutamente paragonabile ai meccanismi mafiosi che da tempo immemore affliggono la società del Bel Paese. Racconta di persone senza scrupoli che muovono miliardi di dollari ogni anno e che si definiscono simili a Mosè e delle dinamiche flessibili e refrattarie ad ogni tipo di investigazione. Racconta delle innumerevoli rotte e delle frontiere che ogni giorno vengono superate oltre a Lampedusa. E lo fa in modo coinvolgente, incuriosendo il lettore. Pochi giorni dopo aver finito questo libro presso la mia scuola, l’ITC Carlo Levi di Torino, ho avuto il piacere di prendere parte all’incontro con i due autori. È stata una delle esperienze più interessanti che io abbia mai fatto. Con estrema cordialità e passione gli scrittori hanno risposto ad ogni domanda degli studenti in modo approfondito. Le circa tre ore di durata dell’incontro sono letteralmente volate tra i racconti dei loro viaggi, qualche simpatica battuta ed i vari approfondimenti che gli studenti con avidità di sapere chiedevano. E Andrea e Giampaolo erano sempre lì, sull’attenti, vogliosi di rispondere a tutti i quesiti. Si, perchè questo libro lo hanno pianificato nel dettaglio. E lo si capisce facilmente dalla loro intesa e dalla voglia che hanno di raccontare insieme il proprio cammino verso una verità ignota ai più. Durante una pausa mi sono avvicinato ad Andrea e gli ho chiesto: “Dove avete trovato il coraggio di raccontare tutto questo? Siete stati in luoghi afflitti da guerre e scontri a fuoco per farci pervenire questi racconti. Non avete avuto paura?”- Lui con un sorriso spontaneo mi ha risposto: “Non ci vuole coraggio, ma piuttosto voglia di capire, di ricercare la verità e di raccontarla agli altri.”
Giampaolo invece mi ha spiegato che non hanno corso tanti rischi: “Ciò che vi raccontano i telegiornali non è assolutamente la realtà che si vive in quei luoghi. Certo bisogna stare attenti, ma sicuramente non si rischia di morire sempre. Basta non abbassare la guardia.” E lui lo sa bene. Mi ha raccontato di essere stato in Congo recentemente ed in altri stati nordafricani, tutti caratterizzati da conflitti, senza aver corso rischi rilevanti.
Ho apprezzato i due autori a livello culturale ed umano talmente tanto che mi è dispiaciuto molto dover concludere l’incontro, nonostante le tre ore passate all’interno dell’auditorium.
Il loro però non è stato un addio, ma soltanto un arrivederci. Stanno già lavorando ad un nuovo libro. Intanto io consiglio vivamente a tutti di leggere questo, poiché sono convinto che oltre a tutte le informazioni che potete trovare e le storie che potete leggere, vi possa aprire la mente e cambiare la vostra visione della vita, e soprattutto credo che possa farvi venire voglia di dar voce alle tante storie dei profughi che per un motivo o per un altro, giungono a far parte della nostra comunità.
Andrea e Giampaolo ci hanno raccontato di qualcosa che fa parte della nostra civiltà, qualcosa che è rimasto nascosto per troppo tempo e di cui è necessario essere consapevoli, ci hanno raccontato di qualcosa che per noi non è niente, ma che per qualcuno rappresenta l’esistenza, di un mondo che ci sembra così lontano da noi, quando invece lo abbiamo sotto i nostri occhi tutti i giorni. Ed è giusto cogliere l’opportunità che ci hanno donato, lasciando così alle spalle l’ignoranza, la superficialità ed il menefreghismo che fanno parte del nostro quotidiano.
Davide Moscato, Itis Carlo Levi
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