Il mondo letterario, e non solo, è in un recentissimo lutto per la morte di Gabriel Garcia Marquez, che ha raccontato nei suoi libri la magia dell’America Latina, a cui fa da sfondo la Storia tormentata dell’Ottocento.
Siamo nel 1830 in Colombia. Il racconto comincia là dove lo scopo di Simon Bolivar è apparentemente raggiunto: gli Spagnoli sono stati vinti e la libertà raggiunta. Tuttavia la gestione di questa libertà alza il sipario su una babele di popoli divisi e perennemente in bilico sulla guerre civile, incapaci di intraprendere un’organizzazione politica che ne permetta l’emancipazione definitiva dal recente passato coloniale e di coronare il sogno di un’integrità continentale.
“Sedici milioni di americani appena iniziati alla vita libera rimanevano preda dell’arbitrio dei loro capi locali”.
Il generale, un eroe precocemente invecchiato, ha combattuto tutta la vita per liberare i Paesi che attraversava col suo esercito dalla dominazione spagnola, ma ora non trova un posto nel mondo che ha contribuito a creare.
Il “labirinto” del titolo non è solo quello nel quale la politica si perde: è anche e soprattutto quello del vecchio “El Libertador”. Bolivar, dopo aver presentato le sue dimissioni dalla presidenza, intraprende un viaggio labirintico lungo il fiume Magdalena, accompagnato da uno sparuto seguito di cui fa parte il fedele Josè Palacios. Tormentato dai fantasmi del passato, su un’amaca dove il suo corpo malato verrà dondolato ipnoticamente, il generale sarà solo, solo di fronte al suo passato, di fronte alla Storia.
“Come farò a uscire da questo labirinto!”
Gabriel Garcia Marquez – Il generale nel suo labirinto
Sara De Mola Redazione Fuorilegge
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