Alla presentazione di Bekér – Chiunque può essere bravo in cucina purché ci metta passione, l’autore è accolto da un pubblico di ragazzi: siamo in Circoscrizione 4 alla Piazza dei Mestieri, uno dei principali centri di formazione per i giovani cuochi.
Fabrizio Nonis nasce a Toronto da padre veneziano e madre svizzera e lì trascorre la sua infanzia. Dopo il ritorno in Italia viene coinvolto giovanissimo nella macelleria di famiglia, che lascia per seguire la laurea in pubbliche relazioni nella città natale. Viaggia molto per lavoro e, quando il padre si ammala, riprende ad affilare i coltelli in macelleria. Ma la tradizione non gli basta: vuole infatti dare un volto nuovo a una categoria considerata molto spartana e che sente sottovalutata a livello culinario.
Nel ’99 viene chiamato dall’Università dei Sapori di Perugia dove inizia ad insegnare giovanissimo Scienze delle carni. Intanto, da piccolo negozio, la sua macelleria cresce ed evolve in gastronomia e sala di letteratura richiamando numerosi clienti, anche dal mondo dello spettacolo. Riesce così ad attirare sempre più attenzione sulla sua impresa, finché nel 2000 riceve inaspettatamente una telefonata da Gioacchino Bonsignore -il maître per eccellenza di Canale 5- che gli propone di registrare una puntata per Gusto. La sua collaborazione decolla con successo immediato e continua ancora oggi.
Recentemente ha intrapreso una nuova sfida: a Marrakech aprirà un’accademia di cucina italo-marocchina nell’intento di far scoprire gli angoli più sperduti della gastronomia locale, in modo da lanciare insieme ai suoi soci un nuovo tipo di turismo culinario.
Passione è l’ingrediente fondamentale che contraddistingue tutte le sue imprese e questo libro ne è un ottimo esempio.
Bekér nasce come resoconto della sua esperienza personale e allo stesso tempo come piccolo manuale della carne che raccoglie ricette eleganti ma alla porta di tutti, che lui stesso presenta nel DVD allegato attraverso brevi video lezioni tratte da quelle più famose e apprezzate fra le sue puntate.
L’elogio al buon cibo italiano, anche per un grande viaggiatore come lui, è d’obbligo, ma le domande dei ragazzi danno spunto per parlare di quello che, a suo parere, é il pericolo della cucina moderna: l’omologazione dei sapori, causata dalla grande distribuzione. Ciò sta infatti provocando “una standardizzazione della materia prima che non ci fa più distinguere i gusti e le consistenze più genuine ma ce le rende estranee”.
In difesa del buon cibo la soluzione sta ancora una volta nella sua filosofia: “Le cose più semplici sono le più belle“.
Elena Rickler e Alice Dominese, Liceo Cavour, Circoscrizione 4
Sara Micheletto, Tutor Salone Off
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