“Le storie si scrivono facendole accadere; se quando si scrive, si procede troppo velocemente, ci si deve fermare perché c’è qualcosa che non va”. Queste sono le parole di Fabrizio Silei che oggi ha presentato il suo libro La doppia vita del signor Rosenberg (Salani), ambientato durante la Grande Depressione del ’29, quando ci fu il crollo della borsa di New York. Materia per la stesura di questo libro è uno sguardo al momento attuale in cui si vive una crisi dei valori fondamentali (quelli che sarebbero necessari per la crescita e lo sviluppo di molti ragazzi che saranno i protagonisti del nostro futuro) e della cultura più ancora che una crisi economica.

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Tema principale del libro è il doppio: la doppia personalità del signor Rosenberg, che incarna in sé il bene e il male; la doppia visione della città di New York, che racchiude in se stessa ricchezza e povertà; le due facce degli empori Rosenberg e le varie sfaccettature dei protagonisti, da Zimmerman alla segretaria del protagonista, la signorina Dix. “Forse la nostra società – dice l’autore – non funziona più proprio per questo: perché anche la società sta diventando, in qualche modo, doppia.”

Silei dice che non si riconosce in nessuno dei protagonisti del suo libro a causa della presenza di una doppia personalità che caratterizza personaggi e ambienti, come il signor Rosenberg che, con le sue manie di perfezione, un po’ come un Hitler di quei tempi, cerca di creare un mondo perfetto e omologato, come il colonnello Zimmerman, serio e scontroso come un perfetto militare, che nasconde una passione sfrenata per travestirsi da donna; come il negozio stesso, che all’esterno appare perfetto e che all’interno è vissuto come una specie di carcere da chi ci lavora; come la doppia faccia della città di New York, quella sotterranea e quella in superficie.

E’ un libro nel quale prevale il mistero, il “non-svelare” che lascia il lettore libero di completare le personalità di ogni personaggio.

Chiediamo ancora a Fabrizio Silei di soddisfare una nostra curiosità: la bambina, che nella parte finale del libro scompare, è mai esistita? “Penso – ci risponde – che ognuno possa e debba dare una propria interpretazione a questo personaggio. Per me, comunque, fin quando la bambina viene catturata dalla guardia del negozio, esiste davvero, mentre dopo diventa solo una proiezione del protagonista, forse già da quando fanno la famosa scommessa. Chi lo sa? “

Alessandra D’Agostino, Emanuela Infante – Scuola secondaria di primo grado Peyron – Torino
Alessandro Caruso, tutor Fuorilegge, liceo scientifico Majorana – Moncalieri