09/o5/2014 – Oggi, nell’Arena Piemonte, si è svolto l’incontro Linguaggi e relazioni: oltre la retorica del dominio, secondo appuntamento con il progetto Lingua Madre, ormai una consuetudine al Salone del Libro. Lingua Madre è un ente che si occupa dal 2005 di organizzare un concorso letterario nazionale alla cui partecipazione sono invitate in primo luogo le donne straniere residenti in Italia, ma anche le stesse italiane, con l’intento di raccontare storie e emozioni che  dipingano la mappa culturale del nuovo millennio, risultato di integrazioni linguistiche e sociali avvenute negli ultimi anni.  Lunedì 12 maggio si svolgerà all’Arena la presentazione delle vincitrici della nona edizione, la cui raccolta di racconti sarà a breve pubblicata da SEB27. Daniela Finocchi, che presenta il suo libro Geo-grafie del silenzio, tiene le redini dell’incontro con Donatella Caione, Daniela Fargione e Matilde Domestico.

Il primo libro a essere presentato è Chiamarlo amore non si può – 23 scrittrici raccontano ai ragazzi e alle ragazze la violenza contro le donne, una raccolta di racconti curata dalla responsabile della casa editrice Mammeonline, Donatella Caione. Le storie contenute nel libro variano da descrizioni di violenze fisiche, che si concludono spesso anche nello stupro o addirittura nella morte, a resoconti di bullismo o cyberbullismo, a violenze psicologiche da parte di mariti, fidanzati, padri. Lo scopo di mettere su carta tutto questo dolore è quello di favorire l’educazione dei giovani: in molte scuole medie e superiori sono stati attivati progetti legati al libro, che hanno suscitato reazioni varie e talvolta inaspettate, hanno spinto i ragazzi a produrre a loro volta nuove idee, poesie, racconti, canzoni e filmati.  Il discorso dell’educazione è strettamente connesso a quello della prevenzione, in opposizione alla sola punizione, unico modo in cui le donne sono “tutelate” dalla legge contro le violenze. Infatti l’editrice ricorda che sarebbe necessario che l’educazione sentimentale iniziasse fin dalla scuola materna, evitando l’assuefazione a clichè sessisti purtroppo non ancora anacronistici.

Il libro di Daniela Finocchi, giornalista e saggista torinese, Geo-grafie del silenzio, è edito da Mimesis e fa parte della collana di taccuini di Accademia del silenzio, il cui filo conduttore è, come si può facilmente intuire, la mancanza di suono nelle sue accezioni linguistiche e emotive. Nella sua opera il silenzio è inteso come “rimozione, svilimento e negazione della soggettività femminile”, un silenzio cercato, usato come scudo e come arma. La ribellione all’ennesimo stereotipo deve però concretizzarsi in un gesto tangibile, che può essere in questo caso quello di leggere, specialmente in paesi dove la letteratura e la cultura sono vietate alle donne, ostacolando la parità dei sessi.

L’ultimo libro ad essere presentato è l’innovativo Ambiente Dickinson, del quale sono presenti all’incontro le due coautrici Matilde Domestico e Daniela Fargione, l’analisi, la spiegazione e, più semplicemente, il racconto dei luoghi, propriamente della camera nella quale si rinchiuse e del giardino, di Emily Dickinson. Il libro nasce come una ricerca, spiega la Fargione, docente universitaria e scrittrice, ma prosegue il suo percorso per mostrare il lato che fa di Emily una persona concreta, che ne mostra l’aspetto reale, frizzante e ironico, ma anche acuto e orgoglioso. L’evanescenza e il mistero che vengono attribuiti alla sua figura vengono smentiti, la ribellione alle imposizioni della società patriarcale messa in evidenza. Nel libro vengono inoltre accostati piani sensoriali diversi -vista, tatto, udito- e messi a confronto con la poesia. La Domestico spiega come ha lavorato, utilizzando la materia in funzione del linguaggio, cercando di tradurre visivamente il mondo poetico, giungendo infine alla creazione delle “parole-materia”. 

 Enrico Saggiorato e Alessandra Sacchi,

Redazione Alfieri, Torino