Nel 2013 “Bar Italia” diventa “Bar Italia Libera“.
Apparentemente la notizia non dovrebbe destare stupore: capita spesso che un locale cambi gestione e di conseguenza anche nome.
Il precedente proprietario era un’anziana signora, anche qui apparentemente nulla di strano, ma chi ci stupisce sono le persone che lo affittavano: una famiglia ‘ndranghetista’, i Catalani.

Un semplice bar in Via Veglia, proprio alla porte di Torino, si trasforma nel covo dei mafiosi al centro della più grande indagine antimafia piemontese: l’operazione Minotauro. Nel 2011 viene sequestrato e solo successivamente confiscato.

Ora quella semplice parola che così ben si accosta ad “Italia” e dal 2013 spicca sull’insegna del bar, acquista finalmente significato: non solo perchè fa risorgere il locale grazie al lavoro dell’omonima associazione, ma anche perchè restituisce finalmente libertà alla legalità restituendolo ai cittadini dopo anni di losco possesso mafioso.

L’associazione Libera organizza quindi Venerdì 9 maggio un BookParty, ovvero un apericena in cui con il biglietto di ingresso non si paga il cibo per lo stomaco, ma quello per la mente: i libri.

Ad un occhio poco attento sembra un semplice incontro culturale, ma ancora una volta abbiamo motivo di stupirci e le circostanze ci portano ad indagare oltre l’apparenza. La casa editrice è “Mariotta&Cafiero”, un’antica editoria di Posillipo (Napoli) che 5 anni fa, sulla soglia del fallimento, è stata regalata agli attuali proprietari, Rosario Esposito e la sua compagna, quando avevano 20 anni e nient’altro che un libro. Scritto proprio da Rosario, racconta la storia vera del cugino disabile ucciso per errore dalla Camorra, morto due volte per le false notizie pubblicate da quel cattivo giornalismo che troppo spesso punta all’esclusiva prima pagina, senza indagare a fondo e alimentato da coloro che, ciechi, leggono quelle parole vuote senza la volontà di andare oltre.
Tutto questo non avviene sotto le luci della ribalta, ma tra le Vele di Scampia, dove Rosario e i suoi collaboratori lavorano silenziosamente tutti i giorni, come cittadini e non come eroi, per combattere quelle ramificate erbacce, non stroncandone le radici, ma tagliando le giovani foglie.

Il loro impegno è, di fatto, cercare di dare un’alternativa diversa e migliore per tutti i giovani e i giovanissimi di Scampia e proprio a questo scopo oltre alla casa editrice si sono aggiunte molte altre iniziative come ad esempio un teatro e una scuola-calcio.

Ora, questa piccola casa editrice del quartiere più malfamato d’Italia (e forse d’Europa) conquista un meritato posto al Salone del Libro per portare oltre il cemento delle Vele quella Scampia che resiste alla criminalità e lotta per il suo futuro.

Alice Ardizoia e Costanza Beck

Liceo scientifico Albert Einstein (circoscrizione 6)