“Abbiamo un corpo e abbiamo una mente, ma non li usiamo: usiamo la mente per ricordarci i numeri di telefono, […] ma non usiamo la mente per indagare, non usiamo la mente per fare altri esperimenti. Lo stesso per il corpo. Non lavoriamo abbastanza, non giochiamo abbastanza”

Su questa filosofia, raccontata nel filmato che ha catturato le sue ultime parole ed ha aperto la conferenza, Tiziano Terzani, intellettuale, giornalista, cosmopolita, ha basato la sua intera vita, di cui ci hanno parlato la sua affezionatissima moglie Angela ed il suo grande ammiratore Massimo Gramellini. E con la vita lui ha davvero giocato: quello a cui abbiamo assistito è stato non solo un viaggio alla scoperta della vita di una persona semplice che ha girato il mondo, ma è stato anche un viaggio attraverso l’interiorità, le debolezze, le incertezze che hanno afflitto un uomo che ha dato tanto, ma che ha anche dovuto subire innumerevoli privazioni.

Innamorato del giornalismo e dell’Oriente, per il quale nutriva un grande rispetto, compie la sua prima trasferta, insieme alla moglie, in Cina, a Pechino durante la dittatura di Mao Tse-Tung, aspettandosi di trovare uno stato riformato ed equo e trovando invece ospitalità in un luogo, costellato dai campi di concentramento e sconvolto dalla rivoluzione culturale, che gli avrebbe inflitto una delle più grandi delusioni della sua vita. Infatti, in seguito a delle semplici critiche rivolte a ciò che era stato insabbiato riguardo alla dittatura comunista, è brutalmente espulso dal paese a cui aveva dedicato i suoi studi e la sua vita.

Alla ricerca della cosiddetta “terza via” tra comunismo e capitalismo, si trasferisce in Giappone, dove invece si vede privato anche di quel poco di Oriente che aveva trovato in Cina. Infatti era in corso una spietata occidentalizzazione, sull’onda della quale i giapponesi avevano cercato di recuperare economicamente ciò che avevano perso militarmente durante la Seconda Guerra Mondiale.

Caduto in depressione, se ne libera solo trasferendosi nelle Filippine ma, successivamente, a Bangkok, vedendo nascere dai germi delle repubbliche ex-Sovietiche l’integralismo islamico, ripiomba nello sconforto.

Ritiratosi dal giornalismo in anticipo, gli viene diagnosticato un linfoma allo stomaco, che fa crescere in lui il desiderio di abbandonare la vita che lo aveva fatto ammalare e di ritirarsi in solitudine sull’Himalaya, abbandonando anche la famiglia.

Tuttavia sente ancora la necessità di compiere un ultimo dovere in quanto padre, ovvero accompagnare all’altare la figlia. Proprio al suo matrimonio ha tenuto il suo ultimo discorso pubblico. Dopo la sua morte nel 2004 è stato istituito ad Udine il premio internazionale di letteratura Terzani.

“La meta per Tiziano è stata la strada, il cammino”. Con questa frase, scritta da Angela stessa, si è conclusa la conferenza di oggi.

#SalTo14

Federica Romania & Francesca Romano