La coda di persone in attesa della presentazione del nuovo libro del giovane scrittore torinese Paolo Giordano sta aumentando fuori dalla Sala 500 e, dato il via alla gara per il miglior posto, trovarne ancora due liberi è un’impresa ardua. Una volta sistemati tutti gli spettatori, cala il buio, salgono sul palco due musicisti e l’attrice Isabella Aragonesi: è il momento che tutti stanno aspettando. L’ immensa folla, assistendo alla presentazione spettacolare (e quasi esagerata) accompagnata da suoni elettronici-futuristici e da un video mostrante il muoversi di fluidi calati nel bianco e la staticità di oggetti, rimane letteralmente stregata durante la lettura di un frammento tratto dall’inedito romanzo “Il nero e l’argento”.
Il libro è una linea interiore di un monologo, che racconta di una morte, di un amore, di una vita fatta di momenti concatenati. Si enuncia infatti la storia di una famiglia composta da un fisico delle particelle, protagonista e voce narrante delle vicende, Nora, sua moglie, ed il figlio Emanuele. A tenere in equilibro le vicissitudini quotidiane, le grandi e piccole discussioni, i problemi insignificanti e quelli terribili c’è la Signora A., la domestica di casa e la custode della loro relazione, che, sebbene attraverso frasi stereotipate, riesce a infondere incoraggiamento e sicurezza, necessari per risolvere le circostanze. La situazione precipita quando la Signora A. si ammala di tumore, lasciando la coppia in pericolo e spezzando per forze di causa maggiore quel forte legame che si era instaurato tra i tre personaggi principali.
Il tema dell’abbandono e della solitudine, spesso frequente nelle opere di Paolo Giordano, è dunque centrale nel romanzo. Tuttavia la solitudine non è sempre negativa: “Esistono delle scale di solitudine”, dice l’autore, “e quella della famiglia è sicuramente bella e necessaria. Si conosce solo nel momento in cui arriva il primo bambino poichè la famiglia è stretta su una nuova vita”.
Infine il titolo è un simbolo di opposizione dato dal nero, che simboleggia la malattia e la malinconia ed è proprio della Signora A. e di chi racconta, e dall’argento, un metallo che conduce elettricità ed è associato alla moglie poichè trasmette vita.

Giulia Bigliani e Ludovica Sabato,

Redazione Alfieri