Sabato 10 maggio Michele Mari ha presentato il suo ultimo libro, Roderick Duddle. In questo romanzo, l’autore racconta le avventure di un ragazzino di 11 anni e, seguendo il modello dei grandi romanzi di avventura dei grandi Jules Verne,Robert Louis Stevenson e Mark Twain, narra una storia straripante di colpi di scena, tesori da cercare e luoghi meravigliosi da esplorare. Scrivendo questo libro Michele Mari ritorna bambino e vive insieme al protagonista avventure appassionanti. Infatti, l’autore ritiene che la realtà non sia quella empirica ma quella  mentale, perciò anche i libri in quanto frutto di una fantasia rappresentano una dimensione all’interno della quale si può rifugiare ogni lettore.

Si registra, dalla lettura di un brano tratto dal romanzo, un’ostinazione intrinseca ai personaggi nel ricercare e ottenere ciò che più desiderano, anche senza essere consapevoli del perché, secondo la cosiddetta “logica del tesoro”; particolarmente interessante è poi il tema del disagio del nome. I protagonisti dell’opera indagano continuamente per risalire all’origine della loro identità, ma ciò che li spinge in questo viaggio di ricerca non è una motivazione univoca: per alcuni è un tentativo di riscatto sociale, per altri è una questione di potere o di puro eros. Tuttavia ciò che più risalta agli occhi è il fatto che, nonostante i numerosi sforzi compiuti, ciascuno dei personaggi, primo fra tutti Roderick, siano condannati irreparabilmente a essere “schedati”, non per le loro azioni ma per le loro origini. Durante l’incontro è stato svelato al pubblico che l’avventura si conclude con un lieto fine: gli eroi, infatti, non trovano la vera identità nel nome, ma nel rapporto di fratellanza che instaurano.

In conclusione il libro può essere definito come un romanzo di avventura ambientato ai giorni nostri dove i cattivi non sono più una banda di sanguinari pirati, ma disonesti uomini di legge e amministratori.

Ilaria Ferraresi e Linda Pincelli

Liceo Classico L.Ariosto