“Famiglia Novecento”, Paul Ginsborg: un excursus nel tempo alla ricerca del ruolo e dell’importanza assunta dalla famiglia nei diversi e cruenti regimi totalitari del secolo scorso.

Alla fine degli anni ’80 Margaret Thatcher pronunciava queste parole: “ Non esiste la società, esistono gli individui e la famiglia”. Ma Ginsborg smonta paradossalmente questa concezione: la famiglia è società e la società è famiglia.

Il ‘900 si apre con il Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti, che vede nella famiglia un carcere, un potpourri di animali, spazzatura e individui che soffrono e non si comprendono. Attraverso l’analisi dei grandi totalitarismi fascista e nazista che esaltano le famiglie ariane, forti e in ordine, per annientare il nemico interno comune, il focus viene puntato sul comunismo sovietico, che, al contrario, alterna ciclicamente politiche innovative e nuove prospettive di libertà relazionale a momenti di restaurazione della ‘durezza’ all’interno dei nuclei familiari.

La domanda, però, sorge spontanea: perchè occuparsi della famiglia? D’altronde, se si pensa all’epoca medievale e moderna, l’unica ragione per cui il tema della famiglia era chiamato in causa era per attuare i principi delle confessioni di fede, non per altro. La nascita di una nuova sovranità, tuttavia, che viene dal basso e non ha origini divine, porta all’affermarsi del concetto di popolo come comunità biopolitica: si tratta quindi di persone pensanti, che non condividono solo la medesima lingua e cultura, ma sono anche soggetti politicamente attivi. Tra lo Stato e la famiglia si crea quindi un rapporto circolare, evidente soprattutto nell’epoca nazista, in cui la donna, influenzata dalle politiche nataliste e razziali, si adegua allo standard di vita e lo sostiene. Di fatto, però, tutti i totalitarismi si configurano come interconnessioni tra individui atomizzati, privi di affetto, ed il regime, assoluto e rigido, nonostante l’apparente importanza rivolta ai nuclei familiari.

Bisogna ripartire da qui, dalle famiglie, per ricostruire la storia.

Francesca Calandri, Denise Turazzi, Linda Pincelli – Liceo Classico L. Ariosto