Franco Maria Ricci è un amante dei labirinti e di tutta la magia, la storia, la cultura e il mistero che portano con sé all’interno dei fitti corridoi che lo costituiscono. Ama talmente tanto queste costruzioni che ha deciso di produrne uno, nell’entroterra di Parma. Sarà uno dei più grandi labirinti esistenti. Il progetto è molto complesso e particolare, è un labirinto in pianta romana ma circondato da tre triangoli, nel centro sorgerà una grande struttura di stile neoclassica al cui interno sarà presente la sua immensa collezione d’arte e la biblioteca che contiene quasi tutta la collezione di Bodoni, l’edificio ha anch’esso una caratteristica originale, una cappella di forma piramidale. Probabilmente l’elemento più curioso di tutta la sua idea è il fatto che è composto interamente da bambù e non dalla classica siepe. Questa pianta è molto cara a Ricci la definisce immortale, pura graziata.
In molti labirinti della mitologia e dell’antichità sono presenti misteri, creature malvagie che vogliono in un qualche modo divorare colui che ci entra. Bruno Quarantena chiede dunque a Ricci quale secondo lui sia il mostro del labirinto in cui viviamo, l’Italia. Dopo averci riflettuto gli risponde che non c’è solamente un Minotauro ma ce ne sono molti e che non è possibile elencarli tutti.
Ricci è inoltre molto appassionato di Borges, al quale ha addirittura delicato il suo progetto, lo cita sempre dicendo che probabilmente è grazie a lui che ha avuto questa grandiosa idea. “Un labirinto è un edificio costruito per confondere gli uomini; la sua architettura, ricca di simmetrie, è subordinata a tale fine”.
Lara Isaia
Reporter Alfieri, Torino
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