“La scuola non deve soltanto istruire ma anche e soprattutto educare”. Con questa frase del maestro Mario Lodi,  scomparso  nel marzo scorso, Eros Miari apre l’incontro con Carla Ida  Salviati, Andrea Vico e Bruno Tognolini, dedicato al ricordo uno  dei maestri più importanti della scuola italiana. L’incontro ha  alternato momenti di riflessione alla proiezione di alcuni spezzoni di un filmato realizzato negli anni ’70 nella classe di Mario Lodi e dei suoi bambini.

Nel video, realizzato durante una lezione si vede che lo spazio  classe era organizzato a gruppi di quattro banchi perché i bambini potessero lavorare insieme. “Insieme”, secondo  Carla Ida Salviati, è la parola centrale del metodo di Lodi per il quale è importante il processo di  apprendimento e non tanto il prodotto finale che può risultare da quiz o test e che si traduce nei voti.

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Insieme ad Alberto Manzi e Danilo Dolci, Lodi è uno dei grandi maestri italiani che non dobbiamo dimenticare: le sue idee anticipatrici sviluppate a partire degli anni ’50 non sono ancora state pienamente realizzate dalla scuola di oggi.

Dopo una sequenza video in cui la classe di Lodi assiste a una particolare lezione di scienze, Andrea Vico, giornalista scientifico, mostra il libro di Editoriale Scienza “Tirare, spingere, sollevare” per spiegare ciò che si può scoprire osservando diversamente le azioni quotidiane. Le competenze scientifiche – come ci ha insegnato Lodi – si acquisiscono soprattutto con l’esperienza diretta: lo dimostra bene appunto il video in cui i bambini di Lodi assistono all’accoppiamento di due rospi per imparare la riproduzione degli animali.

In conclusione interviene Bruno Tognolini, che – citando il libro di Lodi  “C’è speranza se questo accade al Vho” – si chiede se ci sia ancora speranza. Bruno, poeta e autore celebre per le sue filastrocche, con una enorme esperienza teatrale alle spalle, cita anche “Cipì”, un famoso racconto scritto da Lodi insieme ai suoi bambini e diventato un bellissimo libro, molto letto nelle scuole elementari. Bruno Tognolini parla di una guerra tra narrazioni: quella di Cipì e quella del Tigì, la guerra tra una narrazione che incoraggia i giovani (quella di Lodi) a una che li scoraggia, dicendo loro che non potranno mai realizzare i loro sogni (quella della televisione e dei sondaggi catastrofici sul loro futuro). La guerra sembra vinta dalla “narrazione dei Tigì”, ma c’è ancora la speranza che ci siano libri che ci parlano della vita reale, del mondo d’oggi in modo costruttivo, “piccoli catechismi laici sovversivi per bambini sovversivi”. Secondo Lodi i ragazzi per imparare devono partire da ciò che hanno attorno, quindi – conclude Tognolini – anche i giovani di oggi devono usare ciò che hanno attorno ma, per combattere gli scoraggiamenti, è necessario conservare l’arma della bellezza.

Chi volesse può vedere qui, per intero, il filmato realizzato nella classe di Mario Lodi di cui parliamo nell’articolo.

Chiara Keller, Redazione Fuorilegge, scuola media Caduti di Cefalonia