Nella Sala Rossa oggi pomeriggio si è svolta una conferenza sull’influenza che potrebbe e dovrebbe avere il nuovo libro La Bellezza educherà il mondo di papa Francesco sui giovani. Sono intervenuti: Ernesto Olivero, presidente Sermig, Franco Milano, presidente Azione Cattolica Nazionale e Julian Corron, presidente Comunione e Liberazione. Ognuno ha espresso la propria opinione sulla parola “educazione”.

Ernesto Olivero ha raccontato che la sua storia ebbe origine nella ricerca di un ideale che trovò nella lotta contro la “fame del mondo” ed è così che ha iniziato il suo progetto di costruire un’associazione con la quale cerca di ostacolare questo problema.

Giorgio La Pira con i suoi scritti influenzò molto la morale di Olivero, in quanto è con lui che ha conosciuto l’amore per Abramo e Isaia. Gli rimase impressa una frase di quest’ultimo: “ci sarà un giorno in cui gli uomini smetteranno di fare la guerra”, ed è così che nasce il progetto del servizio missionario dei giovani, Sermig, trasformando un arsenale militare in un posto di pace.

Inoltre ha parlato del suo incontro con Papa Paolo VI, al quale confessò il suo disaccordo contro l’eccessiva ricchezza della Chiesa,  e da lui trovò l’appoggio per la costruzione del Sermig. Infine aggiunge che la sede di un progetto d’amore si può trovare proprio a Torino, specificamente a Porta Palazzo, dove nacque Don Bosco e il Cotolengo.

Il professor Franco Milano risponde che il compito dell’educazione è quello di riuscire a scoprire la straordinarietà di un messaggio che tocca la vita di ognuno, poiché il Signore ha un annuncio per tutti ed è questo che rende significativa, bella e tale da essere considerata grande la vita di ciascuno.

Infine il teologo Julian Corron ha parlato dell’emergenza educativa e del significativo contributo che ha dato il Papa anche quando era arcivescovo di Buenos Aires. Ritiene che l’educazione sia una grande sfida e che educare sia sempre stato decisivo per introdurre alla vita i giovani. E vuole renderli più partecipi alla vita religiosa.

Rudon Kodheli e Ludovica Sabato

Redazione Alfieri