La tiepida serata del 3 ottobre, al palazzo Roverella,viene scaldata da Giulia Zoli, giornalista di Internazionale,che presenta David Randall. Egli, famoso giornalista britannico ora editor dell'”Indipendent”, per festeggiare i suoi quarant’anni di carriera, decide di rilasciare una pubblica intervista ai ragazzi dei licei Ariosto e Roiti di Ferrara. Sono proprio questi studenti a condurre l’incontro proponendo al giornalista molteplici domande basate sull’edizione semplificata del suo libro “Universal journalist”. Il titolo è tratto dall’idea che il giornalismo debba essere universale e non tradizionalmente frammentato a seconda dei vari paesi.

Salendo sul palco Randall ha mostrato, nonostante gli anni, di essere ancora brillante e capace di relazionarsi amichevolmente con il pubblico.

Il dibattito è iniziato con la spontanea domanda su come fosse nata la sua passione per il giornalismo e se ripercorrerebbe la stessa strada. Per tutta risposta ha ammesso che, da piccolo, avrebbe voluto fare il parrucchiere per signore, ma leggendo i giornali, verso i 10 – 11 anni, gli è sembrato divertente come fare pettegolezzi. Non si pente della propria scelta in quanto sostiene che “un buon giornalista debba essere anche un gran pettegolo”.

Volgendo l’attenzione sul problema riguardante l’influenza dei social nel giornalismo David sostiene che non vi debbano essere articoli basati completamente su affermazioni prese da Twitter o Facebook, come spesso accade in Inghilterra o America. Ciò che gli sta a cuore, in ogni caso, è come viene recepita la notizia e non dove verrà letta, ma “c’è un pericolo nella tecnologia e il pericolo è che si perda il valore di parlarsi a tu per tu”.

Un grande insegnamento di David per essere un ottimo giornalista è quello di conoscere realmente le persone protagoniste delle storie e conquistarne la fiducia in modo da interpretare la notizia e non presentarne solo una fotografia asettica.

Finito l’incontro anche noi del bookblog abbiamo avuto il privilegio di porgli alcuni quesiti ispirati dalla lettura del suo libro “Un giornalista quasi perfetto”.

Qual è l’errore fondamentale che un giornalista non deve assolutamente mai fare?

Sono molti gli errori che i giornalisti commettono e il più frequente se non il peggiore è quello di dare per scontate alcune notizie senza verificarle dalle fonti perciò bisogna rileggere più e più volte il proprio articolo per correggerlo e perfezionarlo. Con il tempo e l’esperienza  si svilupperà un sesto senso che vi farà riconoscere la presenza di uno sbaglio.

Come fa un giornalista a recuperare la propria dignità dopo aver pubblicato una notizia fasulla o completamente inventata?

Se gli errori commessi dal giornalista fossero piccoli sarebbero rimediabili con una semplice rettifica. In questo caso, però, il giornalista spesso viene licenziato, soprattutto se la notizia di ciò viene resa pubblica. Quindi, essendo la credibilità difficile da recuperare, dovrebbe prendersi a schiaffi da solo.

Erica Marangoni, Chloè Friard,

Beatrice Rossini e Giulia Giacomino