Oggi nella Sala Estense si è parlato di Africa, in particolare di un problema che non siamo soliti associare a quei luoghi: l’omofobia. L’incontro di oggi aveva come obiettivo quello di sentire il punto di vista degli africani. Ad assolvere a questo compito vi erano Ntone Edjabe, fondatore della rivista Chimurenga, Lola Shoneyin, scrittrice nigeriana di cui ricordiamo Prudenti come serpenti, Binyavanga Wainaina, scrittore keniano. I problemi derivano dalle leggi che sono state varate negli stati africani, fortemente omofobe (arrivano a punire l’omosessualità con 25 anni di carcere). Tali leggi inoltre conferiscono alla polizia un enorme potere: si è presa l’abitudine di denunciare eterosessuali come omosessuali semplicemente per la necessità, magari politica, di rendere difficile la loro vita. In Africa la gente non parla della propria vita privata per pudore, per questo fare coming out è doppiamente un segno di coraggio: si spezza il tabù della sessualità e proprio in quell’ambito “proibito” si va controcorrente. Questo è dunque un problema di comunicazione? Forse sì: infatti non esiste un mezzo, un linguaggio per parlare alla gente di queste esperienze; niente storie, scritture o altre forme di comunicazione. Generalmente le reazioni negative a un coming out sono piuttosto deboli, anche grazie alle nuove generazioni che stanno invertendo il trend di questi abusi.

Francesco Visentin e Enrico Saggiorato