Tra le autorità che animano il Festival Internazionale a Ferrara oggi è il turno di Laura Boldrini, presidente della Camera dei Deputati ed ex portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Prima di partecipare alla conferenza dal titolo La politica al tempo dell’antipolitica al Teatro Comunale si reca nella redazione de “La Nuova Ferrara” per incontrare i ragazzi del Bookblog del Salone del  Libro di Torino e rispondere alla breve intervista sui giovani e il futuro.

“Chi non ha fiducia nella politica non ha fiducia nel futuro. E’ mia intenzione attuare il cambiamento a cui non ho potuto assistere”

Queste le parole di un intenso discorso della Presidente. Il clima di sfiducia verso le istituzioni è dilagante ormai fra i ragazzi e le risposte che la politica offre non sono abbastanza esaustive, troppe le personalità che negli ultimi anni hanno contribuito a questo allontanamento.

Nell’intento di “non fermarsi a puntare il dito e basta” per dirla con le sue parole, intende proporre un operato concreto e divide così il suo lavoro in quattro punti:

  1. Sobrietà. Il Presidente ha portato avanti una vera e propria riforma del personale politico attuando una drastica riduzione degli stipendi per limitare gli sprechi e eccessi sottolinea inoltre di aver tagliato personalmente il proprio compenso del 30%.
  2. Aprire il palazzo. La politica deve essere al servizio dei cittadini e aperta a nuove idee. La Camera dei Deputati a suo avviso deve essere aperta a Nobel e personalità di spicco che possono contribuire fortemente alla crescita della nazione.
  3. Social. Vivendo in un mondo in continua evoluzione, anche i metodi di partecipazione devono evolversi. Il presidente ha rivolto particolare attenzione ai nuovi media e preannunciando il progetto della stesura di una “internet bill of right”, una carta istituzionale volta a regolare e proteggere gli utenti.
  4. Desecretare. Un paese non deve avere paura del suo passato, gli atti ora nascosti da un velo di segretezza devono diventare documenti per il cittadino.

Queste parole lasciano campo aperto ad altri interrogativi e discussioni, ma nella società dell’immagine è l’immancabile selfie a chiudere l’incontro.

Caterina Massarenti, Liceo Ariosto  e Ludovico Bossi, Liceo Alfieri