Le librerie sono un luogo dove il libraio somiglia ad esse e così i clienti si assomigliano tra di loro: ma sono necessari e indispensabili, l’ecosistema ha bisogno di queste nicchie.

Andiamo a Venezia e parlarci c’è la libraia di “Sogni di carta”. Lei stessa racconta di essere un libraio classico, piccolo editore e amante della carta, ma di aver capito che ormai non esiste solo più la carta.
Sottolinea inoltre come anche come le librerie siano delle imprese, che devono essere supportate anche dal governo, perché hanno bisogno di unirsi contro i grandi marchi come Feltrinelli, Mondadori o Amazon, per poter fare in modo che esse sopravvivano. D’altronde le librerie fanno parte del paesaggio ed è più che giusto sostenere le librerie storiche.
Spostiamoci a Genova: la libraia rappresentante di questa regione sottolinea invece come le librerie invece siano rappresentanti di un quartiere, quindi se questo vuole bene alle biblioteche e alle librerie non devono permettere che chiudano. Anche se c’è la crisi, i librai tra di loro devono parlarsi e aiutarsi, invece di piangere ognuno nel proprio negozietto.
Anche lei, molto irata e con parecchio fervore sottolinea di come gli sconti delle grandi case editrici siano la sua rovina perché è giusto vendere Ken Follet a prezzo pieno.
Per quanto riguarda Bergamo, il libraio ci racconta di aver avuto un’esperienza un po’ opposta, poiché è partito come bibliotecario e solo 5 anni fa ha aperto una libreria.
Il suo consiglio è di dare visibilità alle librerie. Ormai in qualunque centro storico si trovano Mondadori e Feltrinelli quasi con la stessa frequenza e visibilità dei Mcdonald.
Quindi ciò su cui è necessario lavorare è la promozione del libro.
Ci viene poi raccontato un progetto nato a Torino: si tratta di creare una fitta rete di unione tra le varie librerie, una sorta di portale che raggruppi tutte le librerie indipendenti di Torino per fare vedere di esserci e magari raccogliere idee o nuovi consigli.
Ciò che emerge e accomuna  tutti i librai è la rabbia che provano, una rabbia esasperante dovuta allo scarso appoggio che ricevono dallo stato e dai sempre maggiori sconti promossi dalle grandi case editrici. Serve che tutti i librai si uniscano e lottino tutti insieme per non fare morire le loro creature, le librerie, le nicchie che hanno costruito con tanto amore nelle varie città.
Dopo un leggero inizio, si apre il dibattito con la frase “Con la cultura si mangia”. Si parte con una nuova proposta, ma anche una critica. la proposta è di unire le biblioteche e le librerie, e la critica  sottolinea  il vero problema delle librerie: l’accoglienza che il cliente riceva, manca l’empatia tra i due.
La critica non viene accolta troppo bene, ma con la scusa “forse era una giornata no”, tuttavia tutti concordano sul fatto che sia necessario che le librerie cambino molto.
Si parla di “etica”: è necessario salvare tutti gli elementi dei libri, ed è per questo che è necessario unire le varie librerie, così come usare anche internet, perché può aiutare a coinvolgere il lettore. Non è lo sconto che attira il lettore o che serve, ma è il volerlo rendere protagonista. La crisi non è inevitabile, ma bisogna lottare.
È molta la rabbia che questi librai provano ed è necessario sia che cambino loro, ma anche che per sopravvivere uniscano le forze creando un’unica rete.
Camilla Brumat