Ha vissuto in Cile (dove ha partecipato alla Gioventù comunista), in Russia, in Bolivia. Ha passato alcuni anni in carcere a causa della sua satira teatrale contro il governo del Paese, ed è stato liberato grazie alle pressioni di Amnesty International. Ha vissuto in Ecuador, ospite di un amico, dove ha partecipato ad una spedizione di alcuni mesi all’interno della foresta Amazzonica (durante la quale ha potuto osservare la vita degli indios Shuar). Ha combattuto in Nicaragua e lavorato come giornalista in Europa, fra Germania e Francia, diventando cittadino francese. Dopo aver lavorato per Greenpeace ed essere riuscito a tornare in Cile, vive ora in Spagna. Si tratta di Luis Sepúlveda, ospite della ventunesima edizione del Festival Dedica. L’eclettico autore sarà a Pordenone nella settimana fra il 7 ed il 14 Marzo 2015, protagonista della ricca serie di eventi organizzati in occasione della manifestazione. Fra questi: “Il passato davanti a noi”, prima presentazione assoluta del suo ultimo libro, domenica 8 Marzo; “Poesie senza patria”, reading poetico con la moglie Carmen Yañez, martedì 10 Marzo; la consegna del sigillo della città e la premiazione del concorso “Parole e immagini per Luis Sepulveda”, mercoledì 11; un concerto con i Modena City Ramblers, venerdì 13.
Luis Sepúlveda, scrittore internazionale per Dedica Festival 2015
Luis Sepúlveda si presenta come un uomo disponibile ed accogliente, dalle idee chiare: ospite a Pordenone, vuoGile lasciarsi sorprendere dalla città e conoscere la gente, parlare, dialogare, scoprire; racconta inoltre di avere in serbo una sorpresa per il pubblico durante il concerto con i Modena City Ramblers. È un uomo passionale, che ha tradotto nei suoi libri le emozioni della vita turbolenta e piena che lo caratterizza, come nel caso della storia della gabbianella e il gatto, che racconta essere nata dall’indignazione per l’assenza di letteratura adatta ai più piccoli. Un amico dei giovani, dunque: “Credo non sia giusto generalizzare in negativo: se molti ragazzi cercano la violenza, molti hanno invece un’altra motivazione per agire. I giovani sono la parte più attiva della società ed è giusto trattarli con la stessa generosità con la quale loro stanno cercando le soluzioni ai problemi di oggi”.
Ma che opinione ha uno scrittore sudamericano, non completamente europeo, della situazione delicata dei rifugiati politici nel nostro continente? “Credo che qui ci sia una terribile manipolazione del fenomeno drammatico dell’immigrazione. In Cile sono arrivati un sacco di spagnoli a cercare lavoro, ma sono stati accolti bene da molte persone, mentre qui manca una politica europea comune per definire una cura a questo problema”.
Uno scrittore completo, quindi, pieno di sorprese, tutte da scoprire in questa settimana da non perdere.
Giovanna Buzzo, Liceo Grigoletti di Pordenone
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