Volontà e responsabilità: sono queste le due parole che caratterizzano le ragazze e i ragazzi di Lampedusa arrivati oggi al Bookstock. I 15 ragazzi presenti all’incontro hanno raccontato le difficoltà organizzative della loro impresa: nella loro città, infatti, fino a quattro anni fa, non esisteva una biblioteca e ancora oggi non esiste una libreria. Grazie ad IBBY, oggi Lampedusa possiede un progetto bibliotecario che accoglie gli oltre mille ragazzi dell’isola e, in certi casi, anche i migranti. Come raccontato dai ragazzi stessi, lo spazio che accoglie i giovani lampedusani non  è una biblioteca tradizionale, ma un luogo di incontro dove alla lettura si accompagnano la realizzazione di laboratori e altre attività. Lampedusa  è diventata così una città “rumorosa”, grazie allo sforzo dei volontari di IBBY che hanno permesso ai bambini e ai ragazzi dell’isola di dare voce ai libri e alla lettura, e alla loro voglia di comunicare.

Ibby è una rete internazionale di persone impegnate nel facilitare l’incontro tra libri, bambini e ragazzi, nata negli anni ’50 – dopo la tragedia della seconda guerra mondiale – per volontà di Jella Lepman. Lo scopo dell’associazione è principalmente quella di portare la bellezza del libro nei luoghi che hanno visto solo situazioni negative e dare ai ragazzi l’opportunità di ricominciare ”dai libri”. Anche a Lampedusa i giovani stanno diventando il motore per promuovere questo progetto in una terra che, per chi vive lontano, sembra non potersi dedicare a tale bellezza.

L’intento di offrire ai giovani di Lampedusa uno spazio fisico e ideale da cui guardare al mondo con occhi diversi, si sta realizzando grazie alla collaborazione di una rete di volontariato che tra gli altri, ha raccolto la partecipazione di Fabio Stassi, scrittore e bibliotecario, Deborah Soria, bibliotecaria e Silvana Sola, reponsabile del progetto IBBY Italia. I tre erano presenti oggi al Salone insieme ad Anna Sardone, insegnante che da dieci anni vive e lavora a Lampedusa. Nell’incontro ci hanno raccontato di come non soltanto a loro Lampedusa sembrasse un luogo vuoto e di come abbiano pensato che bisognava riempirlo con la cosa giusta: i libri. Un libro, ha detto Fabio Stassi, non è soltanto un testo scritto, ma è uno strumento per rompere il silenzio e l’ignoranza. Un libro si apre come un abbraccio al lettore, lo ascolta e da l’opportunità di dare libero sfogo alle proprie emozioni.
Con i libri e la biblioteca Lampedusa sta sviluppando una forma di accoglienza a 360 gradi, dove ognuno può trovare il proprio spazio e il proprio futuro attraverso i libri.

La biblioteca di Lampedusa non è ancora una vera biblioteca, ma i ragazzi, la loro insegnante e tutte le persone impegnate in questo progetto vogliono che lo possa diventare. Vedere come una biblioteca possa nascere anche dal niente, grazie allo sforzo di alcuni volontari, può essere anche commovente, ma occorre fare in modo che gli sforzi e la volontà di alcune persone siano riconosciute e sostenute dalle istituzioni.
Alida Fantino, scuola media Caduti di Cefalonia

Roxana Budui, scuola media Caduti di Cefalonia.