Non ti riconosco, non mi riconosco.

Marco Revelli presenta un libro singolare,un viaggio eretico alla ricerca dell’identità perduta di un Paese, l’Italia, e di una luce rivelatrice che illumini i suoi contorni sfocati. E’ un libro che deve far riflettere con la sua forza dello svelamento. Nucleo centrale il tema del viaggio; viaggio come rimedio terapeutico contro l’irriconoscibilità del proprio Paese e di sé, viaggio come misura della trasformazione sradicante che l’Italia ha subito, come possibilità di intravedere un pallido barlume di nuovo inizio dallo scenario di profonda decadenza.

L’autore racconta questa esperienza in prima persona, visita ogni luogo e fa parlare i suoi personaggi. Porta in giro per l’Italia il suo disperato tentativo di poter riconoscere nuovamente la sua terra. Cerca di rappresentarla in modo realistico, spesso duro, distanziandosi dalle descrizioni consuete e ideologiche. Il suo spaesamento rispetto al luogo in cui è nato e che gli appartiene si riflette nell’estraniamento dalla sua stessa persona. Egli divide il suo percorso in sette tappe: da Torino, città natale, fino a Lampedusa e passando per la Brianza, per il Nord-Est, Taranto, il distretto di Prato e il porto di Gioia Tauro in Calabria.  In ogni località gira dei video, che sono stati presentati al pubblico durante la conferenza in data odierna, in cui documenta l’estremo decadimento e il silenzio assoggettante, sintomi di abbandono e di smarrimento. Revelli mette a fuoco soprattutto i tragici frantumi lasciati da “sogni infranti di onnipotenza industriale”. Descrive con spietata concretezza magazzini, costruzioni, edifici abbandonati in balia dei primi passanti, testimonianza della speranza nel progresso, finiti poi per rappresentare l’opposto.

Ci lascia con una consapevolezza: il nostro Paese presenta segni, “germi”, di tristi fini, di lutti, di ruderi di industrie e di distretti fantasma, ma è sulle rovine del disastro che appare la titubante immagine del futuro.

Emma Faccini, Fabrizio Pasqualini

Liceo Ariosto, Ferrara