Torino, 19 maggio 2017
Mafia. Qualsiasi dizionario Italiano presenta questa definizione: organizzazione criminale suddivisa in più associazioni, rette dalla legge dell’omertà e della segretezza, che esercitano il controllo di attività economiche illecite e del sottogoverno, diffusa originariamente in Sicilia.
Mafia però è molto di più: mafia è sangue, morte, paura.
Così ce la presenta il Presidente del Senato Pietro Grasso nel suo libro Storie di sangue, amici e fantasmi: Ricordi di mafia. “L’uomo rivoluzionario”- così lo dipinge Pif – racconta la storia sentimentale della nostra generazione con semplicità e amore nei confronti dei suoi protagonisti, pur mantenendo una certa ostilità verso i mafiosi.
Grasso racconta la propria vita con la speranza di propagare la sua rivolta etica ad un pubblico di lettori e ad un popolo che ha le carte in regola per reagire di fronte alla violenza e all’ingiustizia.
Il successo scattato grazie al Maxiprocesso a Cosa Nostra del 1992 è affiancato in modo antitetico dal senso di colpa, che a momenti pervade il racconto. Un senso di colpa che proviene dalla scelta di non restare con le mani in mano, ma di agire nella coscienza di un ritorno verso gli uomini del crimine e, al tempo stesso, la consapevolezza di un ricordo sempre acceso dei compagni scomparsi.
La conferenza devia la classica presentazione del libro verso un flashback di Storia siciliana e italiana, ripercorrendo la carriera da magistrato, procuratore e presidente, la collaborazione con Falcone e Borsellino, gli omicidi, i successi e le delusioni.
L’incontro prende una piega leggera, quasi a contrastare la ponderosità del tema trattato. Grasso trasmette la speranza della vittoria di una battaglia ancora aperta, perché “oggi tu sai e devi agire”.
Franzin Chiara – Verardo Federica
Liceo M. Grigoletti, Pordenone
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