Torino, 21 maggio 2017
La psicoanalisi cade nell’inspiegabile: il rapporto tra genitore e figlio. “Non fare tardi”, “dimmi dove vai”, “con chi esci?”. Ordine, fermezza e imposizione. Massimo Recalcati dipinge la famiglia odierna con una sfumatura lievemente ironica, critica e discrepante rispetto allo stereotipo di quella strutturata e sistematica. La regola, secondo lo psicoanalista, non deve essere la bussola universale che orienta la relazione educativa, perché dovrebbe invece accogliere l’irregolarità della vita del figlio e la sua individualità. Stabilendo la regola si impone l’esistenza della trasgressione; ciò comporta il senso di colpa che genera automaticamente la responsabilità che lo previene. È consuetudine che dialogo, empatia e comprensione siano il tripode per l’educazione giusta. In realtà Recalcati dichiara che il dialogo è una soluzione temporanea al contrasto tra genitore e figlio, e che la comprensione sia un proposito irrealizzabile. La differenza generazionale non è pertanto assimilabile, anzi dovrebbe favorire l’amore incondizionato del padre per il figlio nonostante il distacco tra due ruoli e due persone che possono essere completamente diverse.
La lontananza tra due individui è ciò che sta alla base di qualsiasi rapporto: amare è donare.
Franzin Chiara – Verardo Federica
Liceo M. Grigoletti, Pordenone
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