Rafael Argullol Murgadas è uno scrittore, filosfofo, poeta, professore di estetica all’Università Pompeu Fabra di Barcellona.
Nel 1993 scrive un libro intitolato “La ragione del male”, in cui viene narrata la storia di una città che viene improvvisamente colpita da un male misterioso.
I protagonisti della vicenda sono il fotografo Victor Ribera, il medico David Aldrey e una restauratrice di dipinti, Angela, che si occupa di un quadro anonimo raffigurante Orfeo ed Euridice che escono dall’Inferno. Tra Victor e Angela nasce una storia d’amore in un contesto evidentemente pessimista; il giornalista e il medico sono testimoni privilegiati del fenomeno e si mobilitano per cercare una spiegazione alla malattia che ben presto smette di essere considerata come tale ma diventa l’incarnazione del male da usare per riplasmare la società.
Il vero problema di questo morbo è l’annullamento totale di ogni forma di volontà ed emozione da coloro che la contraggono, che li spinge a isolarsi e a smettere di coltivare le relazioni interpersonali che caratterizzano i nuclei familiari. Per questo motivo sono presenti un’elevatissima perdita del valore interno delle parole e un invito all’apatia tramite la tecnologia, i quali sono oggetto di collegamento fra il libro e l’attualità, dove, secondo l’autore, ogni giorno è possibile individuare nuovi probabili Messia senza ideologie.
In maniera inattesa, la crisi svanisce nello stesso modo in cui era arrivata e i cittadini s’impegnano a far finta che nulla sia mai accaduto nè documentato; infatti essi preferiscono trasformare la realtà in una dimensione illusoria, schiacciati dal volere dei più forti che si applicano per eliminare tutte le notizie. Secondo Argullol, la ragione del male è questa: la perdita della capacità di resistenza, il silenzio, la totale assenza dei valori.
Il romanzo viene tradotto in diverse lingue affinchè si possa focalizzare l’attenzione su questo grande tema quale la disinformazione e la mancata curiosità dovuta all’apatia, che in questo periodo colpisce il mondo contemporaneo.
Roberta Fois e Sonia Parrone, Liceo Alfieri
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