Nonostante l’opposizione tra la fumettistica, stile molto versatile ma prediletto per l’ambito comico, e il divino, argomento tra i più seri, Miguel Angel Valdivia ha deciso di sconvolgere i canoni tradizionali della narrazione religiosa. Con la presentazione della sua ultima opera, “Il divino inciampare”, affiancato sul palco da Goffredo Fofi, autore della prefazione, e Alessio Trabacchini, egli ha infatti dimostrato come sia possibile fondere in un unico lavoro un tema e uno stile che si contrappone totalmente alle questioni trattate.
L’intento di Valdivia è quello di raccontare attraverso le immagini; tuttavia, dal momento che quello del suo ultimo libro rappresentava il primo confronto con una dimensione totalmente fumettistica, ha subito sottolineato la difficoltà della vignettistica, in particolar modo se non si limita all’immagine ma prevede anche un accostamento a una narrazione: saper disegnare non significa essere in grado di realizzare un fumetto, ma è necessaria la capacità di stesura di un testo adeguato. Lo storyboard, infatti, si rivela decisamente più simile alla sceneggiatura di un film piuttosto che a un libro, per l’affinità tra le inquadrature cinematografiche e le vignette.
L’autore, inoltre, si è soffermato molto sulla meticolosa selezione degli strumenti di lavoro; racconta di essersi imbattuto, quasi per caso in un negozio a Parigi, nella piuma di beccaccia, molto funzionale ma incredibilmente fragile.
In conclusione, le considerazioni emerse durante la conferenza sono risultate interessanti, ma per comprenderle al meglio necessaria una profonda conoscenza dell’argomento.
Francesco Vitali e Andreea Quaglia
Liceo Alfieri
Nessun commento
Non ci sono ancora commenti, ma tu potresti essere il primo a scriverne uno.