Cosa resta di un albero senza foglie e radici? Un albero che per giunta viene temuto e ignorato da tutti?
Un triste tronco, vuoto e spoglio, come quello presente oggi sul pavimento del Laboratorio autori, prima dell’incontro con Chiara Lorenzoni, autrice del libro “Amali e l’Albero” (EDT Giralangolo), una splendida storia per bambini, illustrata da Paolo Domeniconi, la cui protagonista è proprio una bambina, Amali. Lei è “diversa”, non solo perché la sua pelle ha il colore del deserto e del cioccolato, ma perché le sue radici sono in più Paesi, quello di prima, caldo e dal profumo di cacao, e quello di adesso, coperto di neve. Ma è proprio questa diversità a rendere la bambina così ricca e sensibile: sogna neve al profumo di cacao, non ha pregiudizi, è gentile con l’Albero, ha gli occhi della fiducia e della speranza. Gli stessi occhi che avevano oggi i piccoli partecipanti dell’incontro che, proprio come Amali, hanno riempito il triste tronco con radici fatte di ricordi e foglie fatte di desideri e diritti di ogni tipo e colore. E mentre giocavano, l’autrice ha anche ricordato quei bambini come loro costretti a vivere con la prospettiva di un tronco sempre spoglio e triste, ad affrontare guerre, violenze e discriminazioni. Ma soprattutto ha iniziato ad insegnare loro e ha cercato di insegnare a tutti, piccini ma anche adulti, con il suo libro (in collaborazione con Amnesty International), che è necessario, anche nel nostro piccolo, agire e mettere fine ai pregiudizi, sottolineando che la diversità che oggi tanto temiamo non è altro che ricchezza. Perché dopotutto, come dice Amali, “guardate il cielo. Il cielo è uno solo e abbraccia tutti i paesi del modo. Guardate le stelle, brillano allo stesso modo sopra le teste di tutti.”
Gaia Olocco, tutor Fuorilegge
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