Spesso si pensa che filosofi, accademici e scienziati non siano in grado di ridere. Incarnano la figura del sapiente distaccato dal resto del mondo e sembra quasi che vivano in un universo parallelo, in cui c’è spazio solo per il rigore e lo studio. Douglas Hofstadter in solo un’ora è riuscito a dimostrare il contrario. Una figura autorevole come quella che rappresenta, si sgretola davanti all’intero pubblico della “Arena Rossa”.

Hofstadter, che da ormai vent’anni legge le storie de “La Pimpa” ai suoi figli, decide di sfruttare il suo unico incontro al “Salone Internazionale del Libro” di Torino per incontrare l’eroe dei sui figli, Francesco Tullio Altan. Il celebre vignettista de “La Repubblica”, molto riservato e restio nell’esibirsi in pubblico a detta del moderatore del dibattito, Francesco Bianchini ,  inizia quindi a rispondere alle domande di Hofstadter, che sembra esser ritornato bambino, con ironia e serenità. Sembra quasi di assistere alla stesura di una nuova storiella de “La Pimpa”. L’assenza di idee preconcette, la mancanza di logica, la tangibile innocenza e lo spirito ironico dei personaggi sembrano uscire dalla rivista mensile per bambini ed entrare dentro i due relatori.  Quel miracolo di gioia ed umorismo che Hofstadter sostiene di ritrovare in ogni storia sembra essere provato da tutti gli spettatori. Una lettura per bambini diventa oggetto di allegria anche per gli adulti e alla fine, di fronte alle storie proiettate a grande schermo, non si riesce a rimaner seri.

In sintesi si può quindi dire di aver assistito ad un trionfo della cultura differente rispetto alla media. Infatti non è il solito incontro con un docente universitario o la predica di un filosofo disfattista, è semplicemente l’accettare una visione buona del mondo. Non pensare ai mali o a come risolvere situazioni drastiche, ma solamente accettare il bene e vederlo in ogni cosa. Ci si rende conto che vedere del bene in questo mondo non significhi essere ingenui e stupidi, bensì coraggiosi e pronti a cambiare la nostra società.

Edoardo Babbini, liceo Gioberti