Un viaggio nella storia della memoria e consigli per allenare il cervello ad imparare una lingua straniera: questi sono i temi affrontati nell’incontro tenutosi presso la Sala Estense, dove lo scrittore e giornalista statunitense Joshua Foer, vincitore dei campionati della memoria, è stato intervistato da Marino Sinibaldi. Il dialogo, a cui il pubblico ha partecipato con interesse e piacere, era dedicato all’ambito della memoria, uno strumento sempre meno utilizzato, e in particolare alle tecniche per migliorarne le capacità. Quante volte ci è capitato di imparare a fatica una poesia a memoria, una lista di parole o vocaboli in una lingua straniera? La soluzione per un lavoro rapido e divertente la offre Joshua Foer nel suo libro, un èscamotage, che a suo dire, si dimostra utile e comprensibile per chiunque debba assimilare una considerevole quantità di dati in poco tempo. Il segreto è associare un suono o un’immagine ad ogni vocabolo o numero che bisogna imparare. La nostra mente infatti necessita di esperienze e figure per sviluppare uno strumento come la memoria. Una  tecnica molto utile, sperimentata già nell’antichità e definita  “palazzo della memoria” attraverso cui, immaginando di essere all’interno di esso, si predispongono mentalmente una serie oggetti che si ricollegano ai termini che si devono ricordare. A quanto sembra, e Joshua lo garantisce, questo metodo risulterebbe adattabile a qualsiasi fascia d’età e lo si può sfruttare sia nel quotidiano sia nel professionale; non è necessario infatti aver conseguito una determinata maturità cerebrale per praticare l’esercizio della memoria, semmai esistono tecniche più o meno adatte a seconda del contesto che ne definiscono l’efficacia.

           Francesca Calandri e Andrea Morelli, Liceo Ariosto e Liceo Alfieri