Progetti speciali
Materia prediletta di dibattiti, documentari e lezioni della contemporaneità, sono i conflitti mondiali del ventesimo secolo. In linea di massima, quando vengono trattati tali temi, si tende subito ad approfondire la materia della violenza che ha accompagnato tali scontri, ma ci si concentra soprattutto sui colpevoli. I nomi di Hitler, Mussolini, Stalin e altri dittatori vengono sin da subito accostati ad appellativi, aggettivi e considerazioni violente e diffamanti. Ma i
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.” Così scriveva l’autore Primo Levi nelle pagine del suo celebre libro “Se questo è un uomo”. Se dunque non siamo in grado di comprendere le agghiaccianti esperienza dei milioni di ebrei, zingari e omosessuali deportati nei lager, è nostro diritto ma anche dovere conoscere tutto ciò, senza dimenticare. Perché a differenza di quello che molti sostengono, la Shoah è veramente esistita e malgrado
Caro fratello, quanto vorrei spedirti questa lettera, ma purtroppo non mi è possibile. Posso solo scriverti, sperando che un giorno, in qualche modo, questo pezzo di carta straccia arrivi in mano tua e tu possa sapere che io sto bene. Quando arrivi qui, come prima cosa, ti spogliano. Ti portano via i vestiti, l’orologio, i documenti, le foto. Poi ti rasano i capelli, a zero. Li ammassano in grandi mucchi,
Era una giornata di sole invernale e mia figlia Sarah , come ogni lunedì mi portò i miei adorati nipotini, Elisa di otto anni e Tommaso di cinque. Passammo buona parte del pomeriggio davanti al caminetto a giocare al “gioco dell’oca”, bere thè caldo e biscotti e leggere racconti fantastici. Mentre preparavo i biscotti il piccolo Tommaso mi si avvicinò – “nonna posso avere il trenino di legno , quello
“Tom! Tom! Muoviti, vieni ad aiutarmi” lo chiamò il nonno. Correva veloce, i calzoncini gli erano larghi e gli scivolavano dalla vita così stretta, ma non poteva fermarsi neanche un secondo, i battiti del suo cuore scandivano il tempo e gli ricordavano che il riposo non era per lui. Il riposo, quella bella parola astratta, era concessa solo a loro, ai tedeschi. Il nonno lo aspettava, ricurvo su una panchina,
Quest’ elaborato è una lettera in ricordo ad un amico (A.) che alcuni mesi prima era partito per i campi di concentramento. Questa lettera viene scritta dopo l’arrivo di una lettera un po’ strana da parte di A., lui stesso la scrive durante il suo viaggio. Naturalmente le lettera viene censurata in alcune parti e per puro caso arriva al suo destinatario. Scrivo queste poche righe per ricordare un caro
FuoriLegge ricorda: dal 27 gennaio, giorno della memoria al 25 aprile, giorno della liberazione. Perchè una giornata sola è troppo poco per ricordare. La redazione del BookBlog dedica una serie di articoli con le segnalazioni degli scritti dai ragazzi di FuoriLegge per questa lunga maratona dedicata alla memoria Antologia della memoria _29 gennaio 2013. Segnaliamo la recensione del libro Ho sognato la cioccolata per anni, di Trudi Birger che racconta in prima persona
Davanti alle tragedie non ci sono parole, ma di fronte al più grave genocidio verificatosi nel XX secolo, ogni 27 gennaio, il Giorno della Memoria, vengono ricordati milioni di ebrei uccisi in modo sistematico dalla dittatura nazista; con loro persero la vita anche zingari, testimoni di Geova, omosessuali, portatori di handicap, oppositori politici. Una tragedia che oggi ci pare priva di motivazioni razionali e piuttosto dettata da un odio indiscriminato
Ho provato a raccontare una storia poco conosciuta, che una parte della nostra società ha sempre cercato di coprire, nascondere o far dimenticare, addirittura qualcuno dichiara l’ inesistenza del dramma successo agli ebrei, zingari, deportati di ogni razza e ceto. Ho provato a raccontare l’ Olocausto. Mi sono immaginata di essere una ragazza ebrea , nel periodo in cui l’Italia fu investita delle leggi razziali e subito dopo dal fascismo, con l’ affermarsi di casa Savoia, che
Torino fu una delle città con maggior resistenza al regime fascista. Gli ebrei, infatti, diventarono in gran numero partigiani. Lo fecero non solo per difendere la loro etnia in quegli anni sempre più odiata e disprezzata, ma soprattutto per liberare la loro Nazione da chi la minacciava. Erano italiani. Italiani come tutti gli altri. Uomini e donne con una vita normale, un lavoro, che parlavano italiano e si sentivano parte