Giulia_Svuoto la borsa sul letto: una penna, un pacchetto di fazzoletti e… non ci credo! Lo scontrino dell’Autogrill: un Apollo e una Coca.
E’ passato più di un mese, ma ancora ricordo come se fosse ieri la lunghissima coda per mangiare di corsa un panino, la frenesia della redazione, tutta l’emozione di incontrare per la prima volta il direttore de La Stampa, le riunioni mattutine, le corse fra un Mac e l’altro per finire un articolo o aiutare gli altri amici Fuorilegge.
Un’esperienza fantastica, grazie alla quale siamo riusciti a crescere. Capire cosa vuol dire davvero essere giornalisti non è una opportunità che si può avere tutti i giorni, e noi siamo riusciti ad approfittarne e cogliere tutte le cose più belle di questo mestiere. Certo, ci sono alti e bassi anche in questo lavoro: la grandissima responsabilità di mettere il proprio nome sotto un articolo, temendo che non piacerà ai lettori, la velocità che bisogna mettere in tutte le cose che si fanno, dal mangiare pranzo al convincere un personaggio famoso a concedere cinque minuti per un’intervista lampo. Però, regala anche tante belle emozioni. Mi sono piaciute in particolare le parole di Rita Borsellino, in un incontro molto importante, ma anche i laboratori di gioco e quelli di arte.
Insomma, tutto ciò che ho vissuto in quei tre giorni è stato fantastico, emozionante ed eccitante. Grazie a tutte le persone che hanno permesso la nostra partecipazione a questo evento, grazie davvero.
Federica_Tutti i miei amici dopo l’esperienza del Salone del Libro, mi hanno chiesto che cosa avevo provato a poter fare per due giorni il lavoro del reporter. Non era facile rispondere perché è stato un mix di emozioni: felicità, stupore, angoscia, vergogna e anche rabbia quando il computer si bloccava!
All’inizio, quando la professoressa mi ha detto che avrei partecipato al Salone, ero contentissima e non potevo credere alle mie orecchie. Il primo giorno, arrivati alla redazione mi sembrava tutto così strano: le sedie, i tavoli, tutto era di cartone e, cosa ancora più sorprendente, ogni gruppetto di ragazzi aveva un computer tutto per sé, in modo tale da poter scrivere gli articoli subito dopo l’incontro.
Per il primo incontro ero molto agitata perché non sapevo bene che cosa mi sarei dovuta aspettare, mentre poi ho capito che poteva essere molto divertente, e che bastava stare attenti, prendere molti appunti e fare belle foto!!
Secondo me però, non si capirà mai che cosa si prova se non si ha l’opportunità, quindi vorrei ringraziare tutte le persone che hanno deciso di offrirla proprio a me:
le professoresse Bertolino, Duoccio, Debernardi, e anche Eros Miari, Popi e tutti quelli che ci sono stati vicino e ci hanno aiutato a superare gli ostacoli, Paolo e Francesco.
Marco_Ormai la scuola è finita ed è già passato più di un mese dalla fine del Salone del libro. Al Salone mi sono divertito tantissimo, ho conosciuto tanti simpatici ragazzi e ragazze con cui abbiamo fatto belle esperienze e lavorato bene assieme.
La parte più coinvolgente di quest’esperienza è stata quella delle presentazioni dei libri durante le quali abbiamo potuto conoscere direttamente gli autori. Gli incontri che ho seguito sono stati tutti interessanti, ma il migliore è stato quello con Beatrice Masini autrice di “Solo con un cane” a cui poi è seguita l’intervista.
Una cosa che mi ha colpito è stata la semplicità della nostra redazione, dove scrivevamo gli articoli da mettere sul blog: sedie e tavoli erano di cartone e su di essi c’erano dei sofisticatissimi computer Mac.
Alla fine del Salone la fatica si è fatta un po’ sentire perché le giornate sono state molto lunghe, ma posso dire che ne è valsa veramente la pena e spero di poter ripetere ancora questa esperienza.
Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile tutto ciò: la professoressa Duoccio, la professoressa Bertolino, Eros e i tutor che ci hanno seguito e aiutato durante gli incontri. Grazie a tutti e arrivederci, speriamo, al prossimo anno scolastico!
Matteo_È passato ormai un mese dalla conclusione del Salone del Libro e, dovendo fare un bilancio dell’esperienza che ho vissuto, posso dire che è stata fantastica ed entusiasmante.
Nei due giorni in cui sono stato presente ho potuto toccare con mano quello che è il lavoro faticoso di un vero reporter, osservare come funziona la redazione di un giornale ed ascoltare i preziosi consigli del direttore de “La Stampa” Mario Calabresi.
La cosa che mi ha colpito maggiormente è stata vedere il luogo dove abbiamo lavorato, la redazione, fatto con sedie e scrivanie di cartone su cui erano appoggiati sofisticati computer Mac, uno dei quali io e la mia compagna Giulia siamo riusciti a bloccare.
Tutti gli eventi a cui ho potuto partecipare sono stati interessanti e divertenti (uno anche un po’ imbarazzante: la presentazione di “Farò fuori Cupido” dove ero l’ unico maschio in mezzo ad una platea di ragazzine).
Il momento certamente per me più coinvolgente è stato però l’incontro con Rita Borsellino nell’ambito della presentazione dei libri di Luigi Garlando e Alberto Melis.
Ascoltare le parole della sorella di una delle vittime della mafia, il giudice Paolo Borsellino, è stato davvero commovente e nello stesso tempo educativo.
Aver vissuto questo momento mi è servito anche a scoprire capacità che non pensavo di avere. Stare sul palco e leggere davanti a tante persone non è stato terrorizzante come avevo immaginato.
Ringrazio di cuore la professoressa Duoccio, la professoressa Bertolino, Popi, Eros e tutti i ragazzi e i compagni che mi hanno accompagnato e aiutato nei giorni della mia presenza.
Spero proprio di aver meritato sul campo la possibilità di rivivere questa esperienza il prossimo anno.
Emi L’esperienza del Salone è stata fantastica, davvero un’opportunità unica che ci ha permesso di crescere, anche se il tempo è poco, di fare amicizie, ed è stato un modo per stare insieme in modo diverso.
Il nostro lavoro era quello di reporter: dovevamo seguire un incontro con un’autrice, assisterlo, magari fare qualche domandina e poi scrivere un articolo sul blog.
A me è piaciuto molto soprattutto perché mi ha insegnato a essere seria, ma soprattutto organizzata.
Tutta quella frenesia, il continuo via vai mi ha un po’ stancata, però la voglia di tornare l’anno prossimo è sempre grande per questo vorrei ringraziare chi mi ha dato l’opportunità di vivere questa esperienza.
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