Un sogno che ha preso forma a 16 anni, che molte paure tengono chiuso in un cassetto,  cosparso tuttavia da un’infinita voglia di lasciare spazio alla propria libertà di espressione. In ciò è racchiusa la genesi de “L’inganno della morte”, il nuovo libro di Guglielmo Scilla, in arte Willwoosh. La storia è un delicato quanto efficace connubio tra fantasy e romanzo giallo: racconta di Daniel, un sedicenne di cui si sa molto poco, eccetto la data di morte. “Certe storie iniziano solo finendo” recita il prologo del libro e infatti l’avventura si dipana nel regno dell’oltretomba, nel quale il protagonista vive e vaga alla ricerca di risposte circa le misteriose circostanze della sua morte.

Guglielmo ha presentato il suo lavoro affermando di averlo creato per esorcizzare la morte e l’idea che l’uomo ha di essa, descrivendo una realtà nuova, eppure familiare, così simile e al contempo così diversa dalla vita terrena.

È passato un anno da quando abbiamo intervistato Willwoosh la prima volta. Un anno dopo siamo ancora qui, con nuove curiosità che lui è stato ben felice di soddisfare, sempre col sorriso sulle labbra, nonostante il numero infinito di autografi che ha firmato.

Stargli vicino emoziona. La persona che sta dietro alle parrucche e alle voci distorte emoziona. Sentirsi dire: “Ti scrivo in bocca al lupo nella dedica, perchè hai passione e si vede” da chi sulla propria passione ha fondato una carriera è una sensazione splendida.

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Elena Sinistrero, Tutor Liceo Alfieri
Angelica e Sara Hamado, Liceo Ariosto