Oggi, davanti al salone 500 del Padiglione 5, noi entriamo senza problemi grazie ai pass fornitici dal bookblog, fuori però è pieno di gente che forma una fila chilometrica, stranamente ordinata. Sono tutti qui per Clara Sanchez e per la presentazione del suo ultimo libro “Le cose che sai di me”, vincitore dei maggiori premi letterari in Spagna e best-seller nel mondo, che non vuole uscire dalle classifiche in libreria.

Le cose che sai di me per l’autrice non sono mai abbastanza: la storia d’amore tra Patricia e Elias rimane una trasfigurazione vampiresca, dove lei sembra l’unica a tenere realmente al rapporto per il quale è disposta a concedere tutto il suo sangue, e parafrasando Dracula, il suo amore. Una modernizzazione del classico tolstojano Anna Karenina, ma con un finale speranzoso -secondo la Sanchez una ventata di aria fresca- dove una donna del XXI secolo trova la forza di affrontare le sue paure e lasciarsi finalmente tutto alle spalle.

Il messaggio sembra chiaro ed evidente: bisogna pensare a se stessi prima di aiutare gli altri, come recitano le istruzioni dell’aereo in cui Patricia avrà l’incontro che dà inizio alla storia.

L’incontro è continuato con le domande dal pubblico e le rispettive risposte della scrittrice. Clara classifica le donne come il sesso forte in quanto le uniche capaci di ammettere i propri limiti, ma anche di saperli affrontare. Racconta del suo viaggio di purificazione spirituale in Sud America, utile per comprendere meglio la dimensione spirituale sempre presente nei suoi romanzi. Poi all’intervento di una ragazza spagnola ribatte spiegando la difficoltà della struttura dei suoi libri incentrati sulla suspance e che per il completamento di uno le ci vogliono all’incirca due anni.

La conferenza termina con sonori applausi e centinaia di lettori-gli stessi che un’ora fa rimanevano ligi in fila- che corrono disordinatamente verso l’uscita, per poter ottenere le ambite dediche della scrittrice spagnola. E come si possono biasimare, tutto questo fa parte della magia del Salone.

Davide Machiorlatti redazione Alfieri

Francesco Visentin redazione Ariosto