“Piemontese falso e cortese”: non ti dirà mai se va bene o va male.
Paride Mensa così esordisce, cominciando a scherzare su diverse situazioni piemontesi e sul dialetto, come ciò che succede dal panettiere o su alcuni luoghi comuni che riguardano il nostro dialetto sconosciuto ai più. O il fatto che i carabinieri abbiano tutti i baffi perché la gillette scrive “rasoio per barba” e si possa riconoscere il loro computer subito perché ci sono i segni di bianchetto.
Continua “Lupita” nome d’arte di una donna in parte messicana, in parte torinese che con la sua chitarra intona delle canzoni da lei definite “malinconiche”, ma molto belle. É possibile ascoltare sul sito www.lupita.com
Suona poi un altro gruppo “Miriam” tuttavia ridotto al 50% ma che rappresenta il “mal di Torino con simpatia”. In realtà dopo aver esordito con un pezzo più allegro con la canzone “Parole sconosciute” ci hanno fatto capire il male che sentono tutti e in questa maniera riescono a trasmetterci una “notevole” tristezza in maniera originale.
Contro ogni aspettativa sale sul palco una sorta di prestigiatore “Vito Svito” che diverte il pubblico con qualche battuta e trucco di magia, coinvolgendo gli spettatori.
Una serata di divertimento, musica e risate per chiudere in un’atmosfera frizzante questo primo giorno dei Portici di Carta.
Camilla Brumat
Francesca Valente