Nella Sala Alfonso I dentro il castello d’Este Marina Recchiuti, dell’Internazionale, apre la discussione sul perché alcuni siti, soprattutto le pagine dei social di riviste importanti come la stessa rivista New York Times, neghino la possibilità agli utenti di scivere commenti sotto i post pubblicati. E’ utile quindi fornirsi di mediatori, che siano gli stessi professori, o tramite un premio Pulitzer, o un motore di ricerca per “difendersi” da questo inconveniente che sono i commenti poco produttivi o sgradevoli. I criteri di valutazione di un commento offensivo o poco appropriato vanno dal valutare l’importanza della notizia o dal numero di interessati. Per gestire la negatività emanata da questi utenti i moderatori possono avere un piano “antinegatività”, possono cercare l’autore della problematica, rispondere infretta e dare spiegazioni utili per mitigare la situazione. Una soluzione inventata da Medium è la nota, che l’autore può pubblicare o non pubblicare. Youtube e altri social stanno meditando per come migliorare il servizio dei commenti usato dagli stessi per migliorare l’affluenza degli utenti. Lip Dalton pensa invece che i commenti siano fondamentali per il legame qualità articolo-commento: viene così creato un nuovo programma, kinja, in cui bisogna registrarsi e lì si crea una propria pagina dedicata ai commenti e alle pagine che più interessano l’utente.
I social network sono fondamentali ormai per l’informazione dei giovani che sono la generazione 2.0, come i commenti sono fondamentali per il sito e il suo funzionamento.
Marina Maina, liceo V.Alfieri
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