A vent’anni dall’uccisione della giornalista Ilaria Alpi,la biblioteca Ariostea ospita giornalisti esperti nel campo di traffici di rifiuti tossici ed armi. Sullo sfondo la misteriosa complicità tra Italia e Somalia. L’incontro si apre con un video da un notiziario del 1994 in cui Flavio Fusi annuncia la morte della Alpi. Il 20 marzo 1994 Ilaria è stata uccisa a Mogadiscio, mentre usciva dal suo hotel, probabilmente perché a conoscenza di troppe informazioni sconvenienti. Palladino, de Il fatto quotidiano, fa notare che, dal video dell’ultima intervista rilasciata dalla giornalista, sono stati tagliati numerosi pezzi che avrebbero potuto essere fondamentali per le indagini. A distanza di tanti anni dal delitto la vicenda è ancora incompleta a causa della scomparsa delle prove quasi certamente archiviate dai governi coinvolti. Il caso della pirateria somala su cui indagava la Alpi si riconduce ai traffici illegali di rifiuti tossici e armi tra i due Paesi. Le prove su questi scambi sono emerse con lo tsunami del 2004 che ha riportato in superficie diverse sostanze tossiche, facendo nascere il dubbio sulla provenienza di quei rifiuti: erano stati scaricati in mare dalle navi oppure sono presenti discariche nel sottosuolo somalo? La domanda non trova risposte certe poiché, nonostante le lamentele dei medici somali e i molti traffici marittimi di rifiuti smascherati, i ricercatori non hanno mai trovato riscontri tangibili. La complessa rete logistica tra gruppi imprenditoriali e organizzazioni mafiose è descritta da Amalia De Simone, giornalista di Radio Siani, come una collaborazione di associazioni segrete e nazionali che operano nell’ombra. A questo viene collegata l’assenza di rapporti sull’omicidio di Ilaria Alpi che sottintende una corruzione del governo italiano e somalo. Lo smaltimento dei rifiuti provenienti dall’Italia viene spiegato tramite la descrizione delle associazioni italiane che si occupano di questo business, capitanate da famiglie malavitose che, nonostante i numerosi precedenti penali, continuano a ricevere gli appalti. L’italia, forse tramite queste famiglie, sfrutta la Somalia come Paese-discarica e questo ricade sulla popolazione che è vittima di sostanze tossiche causa di deformazioni natali e gravi problemi alla salute. La conclusione del dibattito avviene con la proiezione di una video-intervista di Roberto Saviano. Lo scrittore afferma che a fare paura è stato il talento di ricercatrice della Alpi e invita a seguirne l’esempio: bisogna mettere a frutto la propria bravura nel fare le cose e aver fiducia nelle proprie capacità.

 

Maddalena Valentini, Liceo Alfieri di Torino Lucrezia Petrano, Liceo Ariosto di Ferrara