Quella di Andrea Vitali è stata annunciata come “una presentazione insolita”, e ha rispettato questa aspettativa. Alessandra Tedesco ha condotto l’incontro, ponendo all’autore domande non solo sui suoi libri, ma anche sulla sua vita privata, dandogli l’opportunità di sfogare tutta la sua brillante simpatia, suscitando più volte l’ilarità della platea. Vitali ha pubblicato recentemente, a breve distanza l’uno dall’altro, due libri: Premiata ditta sorelle Ficcadenti e Quattro sberle benedette, che sono stati infatti presentati entrambi durante la conferenza.
Lo scrittore sottolinea subito l’importanza dei titoli: è lui in prima persona a sceglierli per i suoi romanzi, perché crede che debbano essere funzionali, efficaci, una delle prime preoccupazioni quando ci si accinge a scrivere una storia. Al contrario, per le copertine, ammette la sua ignoranza in materia e ci confida di affidarsi completamente agli specialisti del settore.
Andrea Vitali, oltre che uno scrittore, è un medico. Per questo la domanda di Alessandra Tedesco si è resa portavoce dei dubbi di molti lettori quando ha chiesto ad Andrea quando trova il tempo di scrivere. “Il mattino ha l’oro in bocca” dice un proverbio della nostra tradizione, e Vitali lo segue alla lettera. Spiega infatti che è spesso proprio questo momento della giornata, il mattino fresco e tranquillo, a donargli la lucidità necessaria per dare forma alle sue storie.
Certo è che non si può scrivere se non si hanno in mente delle storie da raccontare: questo problema non interessa di certo al medico bellanese, che ci rivela di avere 12 progetti nel cassetto, la cui trama è ben delineata, e forse altrettanti in mente, sotto forma di idee confuse, libri in potenza. Per poter fissare in ogni momento questo fiume di immaginazione e creatività letteraria, Andrea ha scelto di continuare a scrivere sulla carta, ignorando la tecnologia che cerca di irrompere con sempre più insistenza nelle vite di tutti.
Alessandra Tedesco ha poi presentato il primo dei due libri, Premiata ditta sorelle Ficcadenti. Annuncia che finalmente l’autore ha scelto di variare luoghi e tempi, ambientando il romanzo in una metropoli del futuro, ma è solo uno scherzo. L’ambientazione infatti è uguale a quella dei suoi altri romanzi: la Bellano (sul Lago di Como, in provincia di Lecco) del primo ‘900. La curiosità della Tedesco sull’origine dei bizzarri nomi dei personaggi è risolta nella spiegazione dell’autore: sono tutti ispirati al Calendario di Frate Indovino, da lui considerato ” una lettura formativa”. Nessuno dei presenti ha potuto fare a meno di ridere al racconto di come Frate Indovino abbia aiutato il medico tempo fa a liberarsi di un paziente ipocondriaco per mezzo del proverbio “chi piscia spesso e chiaro il medico vede raro”.
I due libri hanno in comune, oltre all’ambientazione, anche il motore della storia, cioè l’arrivo di “forestieri” a Bellano. Quando l’equilibrio di un microcosmo, come appunto la periferia, viene sovvertito dall’arrivo di sconosciuti, le reazioni sono sempre molto simili tra loro: dopo un’iniziale curiosità, ognuno inizia le sue indagini, diffondendo calunnie e mezze verità. Questo è infatti anche il filo conduttore di Quattro sberle benedette, ambientato al tempo della liberalizzazione delle case di tolleranza, argomento sul quale l’ironia di Vitali non ci ha risparmiati, facendo arrossire e divertire il pubblico, in particolare quello femminile.
L’ultima confidenza di Vitali è quella che riguarda l’ottimo rapporto che ha con i lettori. L’incontro si chiude infatti in clima caldo, accogliente e amichevole, o come lo definisce Andrea “da chiacchiera”.
Enrico Saggiorato e Alessandra Sacchi
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