Ognuno faccia la sua parte. Questo è il titolo del libro di Enzo Ciconte, docente all’Università di Pavia, presentato oggi al salone con la collaborazione di Giuseppe Gennari, GIP del Tribunale di Milano, e Roberto Sparagna, sostituto procuratore del Tribunale di Torino. Lo scopo dello scrittore è quello di spiegare le ragioni per cui la mafia , nata nel Mezzogiorno, sia riuscita a superare i confini regionali radicandosi profondamente nel nord Italia e come la ‘ndrangheta ottenga ancora vasti consensi grazie all’abilità dei suoi membri di intessere rapporti e alla disponibilità sconcertante delle persone. Durante l’incontro sono inoltre state analizzate le differenze dell’ atteggiamento mafioso: se nel settentrione è diffusa la “mafia invisibile” che si insinua in ogni tipo di impresa commerciale, nel meridione vengono compiuti gesti teatrali da parte dei clan per ricordare alla gente la loro presenza e il loro potere. Entrambi i metodi sono rafforzati dalla disinformazione e dall’omertà diffusa tra la gente.
Una toccante ninna nanna ha concluso l’evento, una ninna nanna dedicata a tutti i figli della mafia che sono vittime innocenti di un sistema ingiusto. Il testo è tratto da una lettera di Giuseppina Pesci ai suoi figli: le parole di una madre amorevole che ha avuto il coraggio di denunciare tutta la sua famiglia, subendone le conseguenze.
Lucia Caron
Redazione Alfieri, Torino
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