Sette volumi. Più di 450 milioni di copie vendute in dieci anni e la traduzione in ben 73 lingue (tra cui latino e greco antico). Questi gli straordinari numeri della saga più popolare che ha travolto milioni di ragazzi in tutto il mondo: Harry Potter. Al Salone del Libro però, il maghetto più celebre dell’ultimo secolo, viene affrontato con occhi diversi, quelli del traduttore, “autore invisibile”. Nella Sala Professionali gremita di appassionati, l’esperta traduttrice Ilide Carmignani introduce Luigi Spagnol e Stefano Bartezzaghi, per affrontare le numerose problematiche riscontrate nella traduzione della fortunata saga.
L’opera segue lo sviluppo del personaggio, da un Harry bambino ad un Potter adulto, accompagnando il lettore nel percorso di crescita. Così nel 2011 Salani offre una traduzione che tenesse conto dell’evoluzione della saga. Ma i traduttori che l’hanno rivisitata non hanno dovuto confrontarsi solo con le differenze tra il primo e l’ultimo volume, ma anche con le numerosissime segnalazioni ricevute da accaniti ed attenti fans. Con la graduale trasformazione del protagonista, cambia anche il destinatario: se il primo libro era pensato per un pubblico prevalentemente infantile, l’ultimo si rivolge ad un lettore più adulto, trattando temi come i misteri di morte e amore.
Sono state evidenziate e spiegate le problematiche ordinarie e straordinarie riscontrate nella rivisitazione. Le parlate caratteristiche di determinate figure ed i vincoli testuali scoperti con il progredire della storia sono state fra le difficoltà comuni; ben diverso è stato invece l’approccio con i numerosi giochi di parole (di cui la Rowling è grande cultrice) e con l’evoluzione dei nomi di personaggi, case ed incantesimi. Stefano Bartezzaghi spiega che tre sono state le possibili vie da intraprendere: mantenere i nomi scelti per la prima traduzione, ripristinare gli originali o cambiarne completamente la versione. Le scelte adottate sono state differenti a seconda dell’importanza dell’elemento. Grande attenzione è stata posta anche nel mantenere la metrica adeguata in formule ed incantesimi.
Il problema della differenza fra ‘Halfblood’ e ‘Madblood’, nella nostra lingua ‘Mezzosangue’ e ‘Sangue marcio’, suggerisce il tema implicito del razzismo, reso evidente nel lavoro di traduzione, in quanto il secondo termine è inteso come un vero e proprio insulto. Invariate dall’originale inglese, sono rimaste invece le parole inventate dall’autrice, come i nomi dei dolciumi. Un’ultima tecnica utilizzata è stata quella di mescolare l’inglese con l’italiano.
Harry Potter dunque non è solo un romanzo di straordinario successo, ma anche un mondo immaginato dalla scrittrice, in cui appaiono e scompaiono personaggi e vengono delineati dettagli che assumono significato solo alcuni volumi dopo.
L’incontro si è concluso con la lettura da parte di Bartezzaghi dell’inno di Hogwarts fra gli applausi generali.
Giovanna Buzzo, Sara Gurizzan liceo scientifico M.Grigoletti Pordenone
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