Il Premio Bonura per la critica militante 2013, dedicato alla memoria di Giuseppe Bonura, critico letterario del quotidiano scomparso nel 2008, è stato consegnato oggi a padre Ferdinando Castelli, docente di letteratura e cristianesimo e redattore de “la Civiltà Cattolica”. Padre Castelli ha voluto mettere in luce non solo l’intreccio tra il sacro e la letteratura senza essere troppo di parte, ma ha voluto dare anche spazio al concetto di uomo condannato all’assoluto. Afferma inoltre che se l’uomo negasse tale argomento diventerebbe alienato, sbandato e nostalgico. Durante il dibattito hanno preso la parola Roberto Righetto, in qualità di segretario e mediatore insieme a Alessandro Zaccuri, Mauro Baudino, Michela Murgia e Helena Janeczek che hanno analizzato la presenza del sacro nella letteratura.
Baudino è intervenuto sostenendo che la questione comprende un problema terminologico sul “sacro” che può essere sia falso sia vero, sia buono sia cattivo e può stare ovunque esso voglia. Giunge alla conclusione che se tutto è sacro nulla è sacro e tutto può aprire lo spazio del sacro. Murgia controbatte affermando che questa è una visione precristiana del sacro, poichè se tutto è sacro quest’ultimo non viene più cercato. Infine padre Castelli riprende la parola, spiegando la sua concezione di critico letterario come colui che ha il coraggio di leggere l’uomo nelle sue componenti essenziali. Vorrebbe attribuire maggiore prestigio a scrittori inquieti e turbolenti che ricercando se stessi scoprono l’assoluto.
Redazione liceo Alfieri
Francesca Martinolich e Valentina Saracco
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