Questo è lo spirito su cui si basa il WiMu (Wine Museum) voluto dal comune di Barolo, luogo di nascita dell’omonimo vino,nel castello dei Marchesi Falletti.
Il museo si propone di presentare la produzione viticola come un piacere plurisensoriale, che colpisca il palato, ma soprattutto il cuore.
L’allestimento si snoda nei tre piani del castello e nelle cantine, creando una discesa (o ascesa) tutta dantesca per chi lo visita: si parte con gli elementi e gli strumenti che concorrono alla produzione del vino, scendendo al piano inferiore, viene presentata la storia della bevanda intrecciata a quella umana, segue un dovuto omaggio al castello e, infine, si può entrare a contatto col prodotto nei suggestivi sotterranei del maniero.
L’allestimento è stato curato da François Confino, che in passato si è occupato del Museo dell’automobile di Torino, e si orchestra in zone interattive che spesso è il visitatore stesso ad azionare, in modo da coinvolgere ogni tipo di pubblico, non solo gli esperti.
Il vino, dunque, è di tutti e per tutti: ha fatto e fa parte della storia dell’uomo, regalando magiche suggestioni e straordinarie percezioni a chi gli si è avvicinato!
Elena Sinistrero
Redazione Permanente
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