Carlo Ginzburg è da sempre una certezza e anche questa volta non delude con il suo ultimo libro “Paura, Reverenza, Terrore”, edito Adelphi. Cinque saggi diversi in un unico libro, cinque capolavori d’arte raccontati in chiave morfologica, collegando il passato e il presente con un solo filo conduttore che si snoda attraverso i secoli. Una Coppa d’argento del cinquecento con incise scene della scoperta del Nuovo Mondo, La prima copertina del Leviatano di Hobbes, La morte di Marat di Jacques-Louis David, il Manifesto di Lord Kitchener che punta il dito contro di noi del 1914 e la Guernica.

“Il libro è nato quasi per caso-dice Ginzburg-sono entrato nel museo di Marsiglia e in una sala ho visto un quadro che non avevo mai visto prima, senza quasi rendermene conto ho esclamato Guernica!” Come spiega lo storico, i due quadri, “Guernica” e “La Rivoluzione Cattiva”, sono somiglianti dal punto di vista morfologico. Questo lo porta a chiedersi cosa rende simili due o più opere d’arte. Tuttavia non dà una risposta in nessuno dei cinque saggi del libro, lascia che sia il lettore ad arrivare alle proprie conclusioni. Affronta nelle sue riflessioni molti argomenti tra i quali la memoria ( individuale e collettiva ) e il suo rapporto con la storia, la secolarizzazione e formule verbali che oggigiorno sono state svuotate del loro significato originario. Particolare attenzione viene posta sul rapporto tra memoria e storia: “La memoria si nutre della storia, e la storia si nutre della memoria, tuttavia bisogna tenere separati i due ambiti” afferma Ginzburg, “La storia serve per interpretare la memoria” aggiunge poi. Altro argomento ampiamente trattato nei saggi è la secolarizzazione inteso come movimento tutt’altro che concluso che ha invaso il terreno delle religioni appropriandosi delle loro armi, c’è quindi un elemento di scontro tra religione e stato ancora in atto ai giorni nostri. Alla domanda se, come i libri precedenti, anche questo fosse un libro politico, Ginzburg ha risposto che la riflessione storica deve aiutare a capire la politica, e che le sue riflessioni in questo libro sono su come si possa rimettere in gioco la storia. Ma la sintesi di “Paura, Reverenza, Terrore” non rende la complessità e la densità del libro e dei temi trattati.

 

Andrea Righi, Federico Albert, Liceo Ariosto, Liceo Alfieri