Cos’ hanno in comune Mario Brunello e Gustavo Zagrebelsky?

Apparentemente nulla, uno è un noto violoncellista mentre l’altro un giurista costituzionale ma, nel nostro caso, i due sono uniti da un amore profondo per la musica e da un obiettivo comune: la ricerca di qualcosa. Il musicista è alla ricerca del bello, mentre il giurista del giusto. A prima vista, questi due lavori sono al quanto differenti, ma Brunello e Zagrebelsky ci hanno saputo dimostrare quanto, in realtà, questi due mestieri siano simili. Entrambi, infatti, si basano sull’interpretazione di un testo scritto tramite dei simboli, rispettivamente lo spartito e la Costituzione Italiana. Perché uno spartito non è solo una sequenza di note che bisogna riprodurre meccanicamente, l’esecutore deve essere in grado di rispettare il volere del compositore,  e così, allo stesso modo, il giurista non può semplicemente leggere le singole parole, ma andare al di là del loro significato letterale attualizzandolo nella realtà attuale. Il problema sta proprio nel riuscire a capire, a interpretare correttamente.

Cosa significa suonare un brano in modo allegro moderato? Cosa intendiamo quando affermiamo che L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro?

Significa essere in grado di dare unità a singoli simboli, significa far continuare la vita dell’opera nel futuro, significa “far crescere quel seme e renderlo fecondo nella nostra società” come dice Zagrebelsky a proposito delle leggi. Lo stesso Zagrebelsky continua poi dicendo che “non c’è interpretazione fino a quando non si traduce in suono”, lo spartito, infatti, viene suonato, mentre il testo viene letto. Tutto dipende da come interpretiamo vocalmente le parole, quindi, nella musica così come nella legislazione, anche l’ascolto è fondamentale.

Così questi due grandi personaggi hanno saputo dirigere l’incontro svolto nella Sala Rossa del Salone del Libro, intercalando momenti comici e frammenti della Sonata in la minore di Schubert, creando partecipazione nel pubblico, estasiato da questa sinfonia di suoni e parole.

Ines Ammirati, Lucrezia Penna

Liceo Ariosto