Nella piccola ma abbastanza affollata sala conferenze del Museo Diffuso della Resistenza di Torino, ha avuto luogo un convegno con il presidente italiano di Reporter Senza Frontiere Mimmo Càndito e il sociologo, giornalista e professore universitario Khaled Fouad Allam, di origine algerina. Si è parlato di un tema caldo che pochissimi conoscono a fondo: la situazione geopolitica del mondo islamico.
Si parla molto – spesso a sproposito – in questi ultimi anni dell’Isis, lo Stato Islamico tristemente noto a causa delle atroci riprese delle esecuzioni capitali diffuse attraverso internet. Proprio da ciò si è partiti: attraverso nuove tecniche di comunicazione (che includono anche l’utilizzo di una lingua araba molto vicina al parlato quotidiano), questi terroristi stanno riuscendo nel loro intento di incutere timore in tutto il mondo, tanto che persino in Italia c’è chi ne ha paura. Eppure le cose non stanno realmente così: ciò che Candito ha sostenuto con forza – a tratti quasi con rabbia – è che la realtà è assai diversa dalla percezione che abbiamo della stessa.
Tutti i problemi – prosegue Allam – iniziarono quando l’arretratezza sviluppata nel corso dei secoli dal mondo arabo esplose di colpo, con la caduta dell’Impero Ottomano (1924). Da quel momento, l’Islam ha sempre avuto una fortissima volontà collettiva di modernizzarsi e di rimediare un posto privilegiato – o quanto meno degno – nell’equilibrio economico e politico mondiale. Per dovere di render conto di una certa realtà storica, i due giornalisti hanno evidenziato come Saddam Hussein sia sempre stato ben visto nel mondo arabo per il suo coraggio di reagire all’egemonia e alla pressione dell’Occidente. I nazisti (citando Allam) dell’Isis  hanno dunque un fine ben preciso: destabilizzare l’intero ordine mondiale per riproporne uno nuovo in cui l’Islam ha un ruolo dominante e non marginale come nell’assetto attuale.
Un incontro molto complesso da seguire ma in grado di arricchire anche l’anima oltre che la cultura. Ci sentiamo di consigliare caldamente il libro Il jihadista della porta accanto.

Riccardo Stopazzola e Daniele Guasco, Liceo classico e linguistico Vincenzo Gioberti