“Per pensar bene bisogna mangiare bene”.
Questo pensiero, espresso da Nietzche nell’ “Ecce Homo”, la sua opera autobiografica, è la molla che spinge Elisabetta Chicco a scrivere “Gli ossobuchi di Nietzsche”, un viaggio che porta il lettore a scoprire tutta la complessità del filosofo attraverso il suo palato.
In antitesi con l’idealismo ottocentesco, Nietzsche ritiene che mente e corpo non vadano concepiti separatamente, ma che anzi l’essere umano vada considerato nella sua totalità, nelle sue debolezze e limiti: da qui la sua opinione che per pensare in maniera corretta l’uomo debba stare bene, mangiare bene, vivere nel posto e nel clima adatto alla sua indole.
Chicco ci farà scoprire le stranezze e le abitudini gastronomiche del filosofo, e smentirà molti dei luoghi comuni che si sono accumulati sulla figura di Nietzsche: dall’abbracciare i cavalli al ballare nudo nel bagno, capiremo come queste bizzarrie non fossero frutto di una malattia mentale, ma solo particolarità del suo carattere; accompagneremo Nietzsche nei suoi ristoranti preferiti, e alla fine del libro conosceremo alcune delle ricette piemontesi più amate dal filosofo nel suo soggiorno torinese.
“Gli ossobuchi di Nietzsche” non offre solo uno scorcio della personalità del teorizzatore del “superuomo”, ma restituisce al lettore una eccellente ricostruzione della Torino dell’epoca.
Lorenzo Drumond
Liceo Scientifico Evangelista Torricelli
Superarticolo! Il Torricelli di Bolzano ringrazia la redazione e Lorenzo
Un”ossobuco”pieno di ….polpa. Potremo pubblicarlo anche su Science in PUBlic?